L’indagine sui Corona Party nell’Alto Adige a rischio zona gialla: «Birra con i positivi per prendersi il virus»
A un passo dalla zona gialla. Potrebbe essere questo il destino per l’Alto Adige che nei prossimi giorni potrebbe diventare il primo territorio italiano ad entrare nella zona a minore rischio di contagio da Coronavirus. Il governatore altoatesino Arno Kompatscher e l’assessore alla sanità Thomas Widmann hanno inviato una bozza al governo sulle modalità di entrata in zona gialla. In provincia di Bolzano in queste ultime settimane sempre più persone si stanno sottoponendo alla prima dose di vaccino ma resta sempre molto forte il blocco dei No vax. E intanto i carabinieri indagano sulla storia dei Corona-Party a Bolzano.
La situazione epidemiologica
Nella regione i contagi sono sempre in aumento così come le ospedalizzazioni. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 277 nuovi casi su 1.570 tamponi molecolari esaminati. Una persona è deceduta per un dato complessivo che sale a 1.227 vittime da inizio pandemia. I pazienti Covid ricoverati negli ospedali sono 87; di questi, 79 sono in area non critica. Su 255.317 persone sottoposte a tampone molecolare, 86.455 sono risultate positive. I guariti sono 81.054 mentre in continua ascesa sono le persone in quarantena, ben 8.372. Ma tutti gli occhi sono puntati sui Corona-Party, ovvero quelle feste private con partecipanti – quasi tutti giovani – che hanno l’obiettivo di infettarsi perché tra gli invitati c’è almeno un positivo. Negli scorsi giorni sono arrivati anche cittadini dall’Austria e dalla Germania per partecipare alla festa. Chi partecipa lo fa così poi da ottenere il Green pass in quanto guarito, senza doversi vaccinare contro il Coronavirus. I Corona-Party per il momento hanno causato il ricovero di tre persone e due di esse sono tra gli otto ricoverati in terapia intensiva. Ed è stata avviata un’inchiesta da parte della Procura di Bolzano.
Toccherà ai carabinieri indagare sulle parole di Patrick Franzoni, coordinatore locale dell’emergenza, che al telegiornale Rai ha raccontato di «giovani che si incontrano con positivi per cercare di acquisire l’infezione naturalmente». Una circostanza confermata successivamente da Andrea Pizzini, fotografo freelance già insultato dai No vax per aver documentato la situazione nelle terapie intensive: «Nelle valli ci sono anche locali, bar, dove si entra liberamente e non è mai stato chiesta la carta verde. Si trovano anche lì dentro, non solo nelle case private. Il green pass li ha messi alle strette, alcuni quindi hanno deciso di prendere questa strada. Stanno semplicemente insieme un paio d’ore a bere birra sapendo che non rispettando le distanze ci si contagia. O scelgono quei luoghi che diventano spazi di “contagio programmato”».
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