Sandra Gallina, l’italiana che ha comprato i vaccini per l’Ue: «Noi meglio degli Usa ma non posso dire quanto costano»
L’italiana Sandra Gallina guida la direzione generale Salute della Commissione Europea. Friulana, laureata in Interpretazione e lingue moderne a Trieste, è entrata nell’organo esecutivo dell’Unione nel 1988 e nel 2001 è alla DG Trade, la direzione che si occupa di commercio internazionale. Gallina è la persona che ha negoziato con le case farmaceutiche i contratti di pre-acquisto dei vaccini contro Covid-19. E in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera dice che durante la pandemia si è vista la vera solidarietà tra gli stati membri: «Tutte le scelte sono state degli Stati membri: il portafoglio di vaccini e i contratti con le loro clausole, incluso il prezzo, è sempre stato deciso con i Paesi Ue. Noi abbiamo messo tutto l’impegno e la professionalità, ma come Commissione non avremmo potuto decidere da soli perché non abbiamo le competenze».
L’immunizzazione in Ue e in Usa
Per Gallina «i fatti parlano chiaro: se guardiamo gli Stati Uniti, comparabili con noi per le dimensioni, abbiamo un tasso di vaccinazione estremamente elevato. Siamo riusciti ad avere un portafoglio molto variato che dà a tutti gli Stati membri le stesse tecnologie e l’accesso agli stessi tipi di vaccino. Nel caso di AstraZeneca c’è stato il giudice competente che ci ha dato ragione e abbiamo vinto la causa. Questo risponde anche alle critiche asprissime sui contratti e sulla famosa clausola del best effort. Sul prezzo, non abbiamo speso né un centesimo di più né uno di meno di quello che si doveva spendere perché questi vaccini non esistevano. Siamo stati fortunati nel portafoglio, quasi tutti i fiori sono sbocciati, gli Stati sono stati capaci di fare una scelta molto oculata».
Il costo dei vaccini
Gallina però non vuole parlare del costo dei vaccini: «Devo rispettare la clausola di riservatezza dei contratti. Invece come fondi di attivazione e completamento della ricerca dei vaccini abbiamo speso 2,55 miliardi, finanziamenti a fondo perduto dati alle società quando ancora non si sapeva se avrebbero sviluppato o meno il vaccino». E riguardo il rimprovero di aver sollevato dalle responsabilità le case farmaceutiche, conclude: «Sono fiera di quello che abbiamo ottenuto: responsabilità e indennizzo sono stati difesi dalla Commissione».
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