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M5s, i parlamentari hanno dato il via libera al 2 per Mille. Toninelli: «Tradita la nostrà identità»

24 Novembre 2021 - 23:46 Redazione
Il 2 per Mille è la forma di finanziamento ai partiti prevista nella dichiarazione dei redditi. All'inizio della loro storia politica i Cinque stelle avevano scelto di non utilizzarla

Ci sono tutti. Da Rifondazione Comunista a Fratelli d’Italia, dal Partito Democratico all’Unione Sudamericana Emigrati Italiani. La Lega c’è pure due volte: come Lega Nord per l’Indipendenza della Padania e nella sua svolta nazionalista come Lega per Salvini Premier. E ora ci saranno anche i Cinque Stelle. Fino a poche ore fa nell’elenco dei partiti a cui è possibile destinare il 2 per Mille mancava solo il movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Un’assenza voluta, sin dall’inizio. Un paletto che però ora sta per essere tolto: i parlamentari del Movimento hanno votato a favore dell’ingresso nell’elenco di partiti a cui si può versare il 2 per Mille. Ora toccherà agli iscritti confermare il voto. Le parole di Giuseppe Conte, capo politico del Movimento, avevano chiarito le intenzioni dei vertici: «Voglio capire da voi se ci sono obiezioni o se condividete questa strada da percorrere». Una direzione confermata dagli eletti: «La stragrande maggioranza è pronta ad affrontare la novità del 2 per Mille», ha spiegato Conte.

Durante il dibattito erano arrivate anche voci di dissenso. Una di queste è stata quella dell’ex ministro Danilo Toninelli: «Sono contrario. Si tratta di soldi pubblici e noi che parliamo tanto di identità dovremmo ricordarci che la nostra identità si fonda sul fare politica senza gravare sulle casse dello stato. Non capisco neppure come se ne possa parlare». Più pratico il deputato Davide Zanichelli: «Se lo facciamo per 300 mila euro c’è da capire se il gioco vale la candela». Dubbiosi anche Laura Bottici, Alberto Airola e Vincenzo Presutto. Durante il dibattito è intervenuto anche Vito Crimi che ha posto diversi dubbi sullo stato patrimoniale del Movimento: «Non erano i banchetti degli attivisti a farci arrivare le risorse ma il blog di Grillo e la Casaleggio».

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