Come funziona l’obbligo vaccinale per forze dell’ordine e scuola: 5 giorni per mettersi in regola e il rischio assenze per “malattia”
Alla fine il governo Draghi ha varato l’obbligo vaccinale per il personale della sicurezza e della difesa e per quello scolastico. Nel decreto sul Super Green pass a partire dal 15 dicembre l’immunizzazione coatta sarà estesa al personale non sanitario del comparto salute, alla polizia, ai carabinieri, alla Guardia di Finanza, ai militari, ai vigili del fuoco e a tutti gli operatori della scuola. Si tratta di due milioni di persone che avranno cinque giorni dall’entrata in vigore del provvedimento per mettersi in regola. E documentare l’avvenuta vaccinazione. Altrimenti scatterà la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. L’obbligo per la scuola era stato caldeggiato anche dal ministro della Salute Roberto Speranza, mentre il responsabile della Funzione Pubblica Renato Brunetta aveva chiesto quello per il personale della pubblica amministrazione a contatto con il pubblico. Non è stato accontentato.
I renitenti al vaccino
Repubblica ricorda oggi che nell’ultimo report vaccinale per categorie solo il 5,8% del personale scolastico non si era ancora immunizzato contro Covid-19. Diversa la situazione per quanto riguarda le forze dell’ordine. Tra i 98 mila agenti di polizia circa 10 mila sono No vax, mentre tra le Forze Armate 44 mila sono ancora senza vaccino, per una percentuale del 16%. Nella polizia penitenziaria ce ne sono invece 12 mila e la percentuale è molto alta: il 30%. In totale i renitenti al vaccino dovrebbero essere 200 mila anche se la misura varata dal governo va a interessare due milioni di persone. «Non si possono mettere i poliziotti davanti al fatto compiuto. Un passaggio chiave di confronto con i sindacati per l’analisi di ogni possibilità, implicazione e conseguenza è necessario», dice al quotidiano Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia.
I controlli nella scuola spettano ai dirigenti scolastici. E ai prefetti il decreto affida il compito di adottare un «piano per l’effettuazione costante di controlli, anche a campione, avvalendosi delle forze di polizia e del personale di polizia municipale». Poi trasmetteranno al ministro dell’Interno una relazione settimanale sull’attività di verifica. Restano le attuali sanzioni: multa da 600 a mille euro. La ministra Lamorgese è stata protagonista di uno scontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi proprio sul tema dei controlli: secondo la responsabile del Viminale non ci sono le risorse per garantirli.
Il rischio malattia
Ma c’è chi fa notare che l’obbligo vaccinale per i professori e per il personale della scuola potrebbe peggiorare la situazione di tensione nel paese. «Una forzatura che rischiamo di pagare a caro prezzo in termini sociali e che non porterà a risultati forti dal punto di vista sanitario. A questo punto che si abbia il coraggio di mettere l’obbligo vaccinale per tutti», dice al quotidiano Ludovico Arte, preside dell’Istituto Marco Polo di Firenze. Secondo il dirigente scolastico è altamente probabile che chi non si è vaccinato fino ad oggi trovi il modo per scamparla anche stavolta: «Ho la sensazione che alcuni dei contrari potrebbero cercare delle strade per non presentarsi al lavoro, anche ad esempio mettendosi in malattia».
Il sindacalista della polizia Daniele Tissone invece fa notare che per le forze dell’ordine c’è il 90% di vaccinati: «A me piace ricordare i numeri: su 12 mila operatori contagiati ne sono morti 16 prima che arrivassero i vaccini e solo 3 dopo. Di questi solo uno era vaccinato. E ancora: in piena pandemia ogni giorno avevamo 60 poliziotti ricoverati, ora al massimo sono 2 o 3». Infine, il nuovo corso intrapreso con il decreto sul Super Green pass porterà sicuramente a problemi di privacy. L’introduzione di una distinzione tra vaccinati e non, con il doppio binario del lasciapassare, potrebbe pesare sulla difficoltà dei controlli. Chiunque li effettuerà potrà sapere se il cittadino è vaccinato, guarito o ha fatto un tampone. E su questo aspetto il Garante della Privacy già in passato aveva espresso parere negativo.
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