La Camera respinge la sospensiva della No-vax Sara Cunial: «Qui si entra solo con il Green pass»
La Camera ha deciso sul caso Sara Cunial: il Consiglio di giurisdizione, il tribunale interno di Montecitorio, ha dato responso sul ricorso della deputata No vax contro la delibera sui Green pass dei questori. Tutto come previsto. La sua richiesta di sospensiva, infatti, è stata respinta perché non ci sono ragioni d’urgenza per sospendere la decisione dei deputati questori di chiedere il Green pass a tutti i deputati e le deputate. Cunial in questi giorni era stata autorizzata a entrare a Montecitorio senza la certificazione verde anti-Covid dopo un suo ricorso. «Volevo ringraziare questa istituzione che ha evidenziato come il Green pass sia una misura burocratica e non sanitaria, permettendomi di essere qui a svolgere le mie funzioni e il ruolo di parlamentare eletta. La stessa regola messa dal Parlamento colpisce milioni di lavoratori colpevoli di essere nati liberi e sani», aveva detto.
Le due ordinanze del Consiglio di giurisdizione ora sostengono che sia la vaccinazione contro il Covid sia il tampone sono strumenti che, «pur non potendo scientificamente garantire la certezza in assoluto della loro efficacia e attendibilità, offrono al riguardo un significativo tasso di probabilità statistica, ed in ogni caso costituiscono attualmente le uniche misure concrete che le istituzioni possono porre in essere nel doveroso perseguimento della tutela della salute individuale e collettiva, garantita dall’articolo 32 della Costituzione». Il tampone viene definito uno «strumento diagnostico che comporta, per la persona che vi si sottopone, un’invasività obiettivamente minima».
I parlamentari, tra l’altro, sono tenuti, esattamente come ogni altro cittadino, «a non ledere né porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui, in osservanza del principio generale che vede il diritto di ciascuno trovare un limite nel reciproco riconoscimento e nell’uguale protezione del coesistente diritto degli altri», come osservato dalla Corte costituzionale. I deputati e i senatori, «tenuti a porre in essere tutto quanto rientra nella loro disponibilità per il miglior esercizio del loro mandato, devono ricondurre ogni loro ipotetico sacrificio o disagio rispetto alla condizione di ogni altro cittadino all’insieme di responsabilità, potestà, diritti e doveri che compongono lo status di parlamentare in carica».
In copertina Facebook/Davide Barillari | La deputata ex M5s Sara Cunial, in un fermo immagine tratto da un video postato sul suo profilo Facebook dallo stesso Barillari, Roma, 15 ottobre 2021
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