Vaccini ai bambini, a dicembre parte la fascia 5-11 anni: «Ora Covid-19 è una malattia pediatrica»
Il conto alla rovescia per i vaccini ai bambini è ufficialmente partito. Ieri l’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ha dato il via libera all’immunizzazione con Pfizer per la fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni. La somministrazione sarà doppia e a distanza di tre settimane, ma il quantitativo sarà ridotto a un terzo. Per l’ok definitivo mancano l’imprimatur della Commissione europea e quello dell’Aifa, che dovrebbe arrivare entro lunedì anche se la data fissata sul calendario per ora è quella del 3 dicembre. Le prime fiale a uso pediatrico dovrebbero essere disponibili a partire dal 23 dicembre. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha ipotizzato la partenza del piano di immunizzazione per il 20.
Lo studio sui vaccini ai bambini e gli effetti collaterali
Il Corriere della Sera fa sapere oggi che secondo l’Ema nella fascia 5-11 anni «i benefici superano di gran lunga i rischi, soprattutto nei bambini con condizioni che aumentano l’esposizione al Covid grave». L’Agenzia del farmaco europea ha esaminato uno studio condotto su 2.000 bimbi, che dimostrano che «il vaccino è risultato efficace al 90,7% nel prevenire il Covid sintomatico». Mentre gli effetti indesiderati più comuni riscontrati «sono simili a quelli osservati negli adulti, ma in forma comunque lieve». E sono: dolore al sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, arrossamento e gonfiore al sito di iniezione, dolore muscolare e brividi.
Giorgio Palù, virologo e presidente dell’Aifa, spiega oggi in un’intervista rilasciata al quotidiano che «il Cdc americano, la massima autorità per il controllo delle malattie infettive, ha già raccomandato l’uso di questo vaccino, prodotto da Pfizer. Gli studi presentati dall’azienda per avere l’autorizzazione al commercio, arrivata in Usa il 29 ottobre scorso, hanno coinvolto 2.400 bambini. L’efficacia si è rivelata del 90,7% nel prevenire la malattia sintomatica, non si sono visti effetti avversi di rilievo». Mentre invece «i problemi di miocardite, l’infiammazione al cuore che si è manifestata in ragazzi più grandi, in questa fascia d’età sono stati rarissimi e mai seri. Mentre invece è maggiore il rischio di prendere il Covid e sviluppare una sindrome infiammatoria, la Mis-C, che è grave e colpisce molti organi».
Hub, pediatri e farmacie
Per Palù attualmente è cambiata la prospettiva della malattia nei più piccoli: «Nel 2020, secondo il CDC, il 3% dei piccoli hanno avuto l’infezione, oggi siamo al 25% perché circola la variante Delta, molto più contagiosa. Su migliaia di ricoveri pediatrici in ospedale, un terzo hanno riguardato bimbi sani che in parte hanno avuto bisogno di cure in terapia intensiva». Il professore afferma che «Covid-19 è diventata una malattia pediatrica, tra le prime cause di morte a questa età. Mentre nessuna giovane vita è stata interrotta a causa del vaccino». Con la somministrazione, ragiona il presidente dell’Aifa, la circolazione del virus si riduce e i bambini non perdono la libertà.
Secondo Repubblica saranno tre i canali di somministrazione del vaccino ai bambini: gli hub vaccinali, i pediatri e le farmacie. Oggi, aggiunge il quotidiano, un nuovo contagio su quattro riguarda un minorenne. «E insieme ai contagi aumentano le forme gravi», aggiunge la presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Annamaria Staiano. «Tra i 6 e gli 11 anni ci sono stati 240 mila contagi, 1.407 ricoveri, 36 bambini in terapia intensiva e 9 deceduti» spiega. «Consigliamo la vaccinazione ai bambini perché il Covid può essere pericoloso anche per loro» conferma anche Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp). «L’organizzazione però è demandata alle Regioni. Alcune, per gli adolescenti, hanno fatto accordi con i pediatri di famiglia, altre no. La situazione è molto variegata».
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