L’immunologo Mantovani: «I vaccini efficaci anche contro la variante Omicron, ma servirà la quarta dose»
Una quarta dose è possibile. Anche per la variante Omicron. Parola dell’immunologo Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Irccs Istituto clinico Humanitas e presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca. Che oggi in un’intervista a La Stampa fa il punto sui vaccini contro Covid-19 e spiega che i preparati migliorano la risposta del sistema immunitario e che il booster per alcuni immunizzati li renderà ancora più sicuri. Anche contro le varianti: «Davanti ad altre varianti preoccupanti, come la sudafricana Beta e l’indiana Delta, i vaccini hanno offerto una protezione ridotta, ma significativa. Più aumenta l’allenamento del sistema immunitario, terza dose e antinfluenzale compresi, più cresce il repertorio di quell’orchestra segreta che è il sistema immunitario. Guariti con due dosi e altre persone con tre dosi probabilmente ampliano la risposta immunitaria contro tutte le varianti».
I vaccini aggiornati per Omicron
Mantovani ammette che «con un virus cangiante e vaccini efficaci, ma da aggiornare e forse adattare, è difficile parlare di immunità di gregge. Non cambia però l’obiettivo di vaccinare il 90 per cento degli italiani». Ma l’immunologo è contrario a rimandare la terza dose per attendere l’aggiornamento dei vaccini: «Per quanto la tecnologia a mRna sia flessibile servirebbero mesi, mentre è bene proteggersi subito. La terza dose potrebbe dare una buona protezione per Omicron e predisporre meglio a un’eventuale quarta dose aggiornata». Sul calo dell’immunità, il professore spiega che «a sei mesi dalle due dosi la protezione verso l’ospedalizzazione rimane sopra l’80 per cento e con la terza dose migliorerà. Dopo sei mesi, secondo i dati di Neil Ferguson dell’Imperial college, la protezione è del 90 per cento contro la morte, 77 verso la malattia grave e 30 per a forma leggera. I vaccinati con AstraZeneca dopo una terza dose a mRna potrebbero diventare i più protetti».
Infine, i vaccini ai bambini. I tremila test effettuati prima dell’ok, secondo Mantovani, sono sufficienti «perché negli Usa stanno vaccinando milioni di bambini senza problemi, oltre ai milioni di over 12 che non sono tanto diversi. Il rischio miocardite, lo dico da nonno di otto nipoti, è raro e benigno, a differenza di quello maligno dato dal Covid, inoltre colpisce in maggioranza maschi over 14. I bambini vanno vaccinati non solo per l’immunità di gregge, ma per proteggerli dal contagio crescente che li riguarda. Un quarto delle nuove infezioni li colpisce con finora 8 mila ospedalizzazioni pediatriche, 249 ricoveri in terapia intensiva, 36 morti, 239 sindromi infiammatorie multisistemiche (Mis-C) e preoccupazioni di long Covid».
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