Rottura governo-sindacati sulla manovra. Cgil, Cisl e Uil valutano lo sciopero. Al Senato più di 6 mila emendamenti
«Giudizio negativo» dei sindacati sulla legge di Bilancio. Cgil, Cisl e Uil bocciano l’intesa tra partiti e governo sulle tasse e chiedono di destinare gli 8 miliardi a tutti i lavoratori dipendenti, per le buste paga e le pensioni. L’incontro al ministero dell’Economia e delle finanze è andato «male». I sindacati sono convinti che sulle tasse si stia commettendo «un errore». Ecco perché il leader della Cgil Maurizio Landini ha annunciato, anche a nome delle altre sigle, che «assieme si valuterà tutto ciò che è necessario per far cambiare idea a governo e maggioranza». Alla base della rottura, per i sindacati, il fatto che il ministro Daniele Franco si sarebbe mostrato del tutto «indisponibile» a qualunque trattativa, come hanno sottolineato seccati gli altri due leader, Luigi Sbarra della Cisl e Pierpaolo Bombardieri della Uil. «Altri incontri non sono previsti. Il governo sta facendo una scelta sbagliata», ha detto quest’ultimo, «il ministro si è limitato a presentare senza un pezzo di carta l’accordo fatto in cabina di regia». Inutili anche i tentativi del premier Mario Draghi di blindare la manovra in Parlamento. In commissione Bilancio del Senato, i parlamentari hanno presentato una pioggia di emendamenti: 6.290, per la gran parte proveniente dai partiti di maggioranza. Forza Italia ne ha presentati 1.108, la Lega 976, il M5s circa 988, il Pd 865, Italia Viva 468. Altri 890 sono arrivati dal Gruppo misto, inclusi i circa 250 di Leu, e 210 dalle Autonomie. Sono invece 785 gli emendamenti di FdI.
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