«I vaccini saranno molto meno efficaci contro la variante Omicron»: l’ammissione dell’a.d. di Moderna fa crollare le Borse
I vaccini attualmente esistenti per l’immunizzazione contro Covid-19 saranno meno efficaci contro la variante Omicron. A dirlo è l’amministratore delegato di Moderna Stéphane Bancel in un’intervista rilasciata al Financial Times. E ci vorranno mesi prima di riuscire a produrre su larga scala vaccini in grado di essere efficaci contro quella mutazione. Secondo Bancel l’elevato numero di mutazioni sulla proteina spike della nuova variante che il virus usa per infettare le cellule umane e la rapida diffusione in Sudafrica suggeriscono che i vaccini debbano essere modificati. «Penso che ci sarà un calo della protezione», ha detto Bancel nella sede della società a Cambridge nel Massachussets. «Non so di quanto, per questo dobbiamo attendere i dati. Ma tutti gli scienziati con cui ho parlato mi hanno detto ‘questa cosa non va bene’…», ha detto.
La protezione dell’immunizzazione
Finora gran parte degli esperti, ha aggiunto Bancel, pensava che una variante così altamente mutata non sarebbe emersa per uno o due anni: «L’efficacia non può essere allo stesso livello della Delta». Ieri l’Oms ha emanato una serie di direttive per gli stati allo scopo di combattere la diffusione della nuova variante. Attualmente ci sono 33 casi in otto paesi dell’Unione Europea. Mentre l’Istituto Superiore di Sanità in Italia ha detto che per ora non ci sono evidenze che Omicron provochi una malattia più grave rispetto alle altre varianti. Le parole di Bancel producono un forte impatto sui mercati, facendo cadere Borse e petrolio. Affondano le Borse asiatiche e i futures sui listini europei e su Wall Street. Tokyo ha chiuso in calo dell’1,6% e Seul del 2,4%. Dow Jones cede l’1,2%, Francoforte perde l’1,6% e Londra l’1,2%. Spinta al ribasso per il prezzo del petrolio: il barile di greggio con consegna a gennaio 2022 passa di mano a 67,49 dollari con un calo del 3,52%.
La puntualizzazione di Pfizer
Intanto la vicepresidente senior di Pfizer-Biontech Katalin Karikó, la scienziata che ha creato l’Rna messaggero per i vaccini contro il coronavirus, dice a La Stampa che «il vaccino probabilmente non protegge dall’infezione perché abbiamo avuto dei casi, ma forse protegge dalla terapia intensiva. Ci sono più livelli di protezione: la positività, i sintomi, il ricovero in ospedale, la rianimazione. Ma la situazione è in continua evoluzione, molto difficile da prevedere. Vedo molti colleghi fare esternazioni più o meno rassicuranti ma sono solo speculazioni. Nessuno sa con esattezza cosa accadrà. Una cosa però si può dire: quando venne scoperta la variante Delta, molte persone corsero a vaccinarsi e fecero bene. Perché più persone si vaccinano e meno possibilità ha il virus di evolvere e mutare. E quindi di continuare a diffondersi». per capire se il siero servirà contro la variante Omicron, ”serve un numero molto ampio di dati, che ad ora non abbiamo. Lo avremo nelle prossime settimane, in un tempo anche relativamente breve”.
«Non sappiamo, per esempio – spiega la scienziata in un altro colloquio con il Corriere della Sera – quanti dei contagiati in Sudafrica erano vaccinati, quanti di loro si sono ammalati, quanto gravemente. Se hai 1 o 2 casi, serve a poco: occorrono numeri alti. La verità è che per ora non sappiamo. Tutti guardano ai numeri dei contagi in crescita. Però sappiamo anche quante differenti varianti sono già comparse finora: un’altra sudafricana, una giapponese, l’inglese, l’indiana, la latino-americana, ce n’è stata una in California. Semplicemente, il virus evolve continuamente. Questo però non significa che per ogni variante serva un nuovo vaccino. Magari possiamo scoprire che è diminuita l’efficacia contro l’infezione, ma la protezione resta comunque molto alta contro la malattia».
Foto copertina da: Bloomberg.com
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