Il monito dei Paesi del Nord all’Unione europea: «Nessun intervento su gas e elettricità»
La nota è firmata da Germania, Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo e Lettonia. E la richiesta tocca direttamente un tema che si sta discutendo nel Parlamento di diversi Stati, compresa l’Italia: l’impennata dei prezzi dell’energia. La richiesta fatta dai Paesi del Nord all’Unione europea è quella di non intervenire in alcun modo nel mercato di gas e luce: «Non possiamo sostenere alcuna misura che rappresenti un allontanamento dai principi competitivi del nostro design del mercato dell’elettricità e del gas». Niente prezzi calmierati quindi e nemmeno aiuti per ridurre le spese. I nove governi che hanno firmato la nota sottolineano che la scelta di introdurre strumenti di contenimento potrebbe mettere a rischio anche la transizione verso fonti di energia più pulita:
«Approcci alternativi di progettazione del mercato, ad esempio sotto forma di limiti di prezzo o prezzi medi dipendenti dalla tecnologia basati sul mix nazionale, possono seriamente rischiare di mettere in pericolo la sicurezza dell’approvvigionamento; aumentare i costi dell’integrazione della generazione variabile di energia rinnovabile nel lungo periodo».
In Italia il governo vuole aumentare i fondi della Manovra per arginare i rincari delle bollette. La Lega ha chiesto di deviare una parte di fondi dal Reddito di cittadinanza per combattere proprio il caro bollette. Il 30 novembre una delegazione composta da Giancarlo Giorgetti, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo è andata a Palazzo Chigi per trattare con Mario Draghi proprio su questo tema: «Abbiamo espresso al presidente del Consiglio forte preoccupazione per il caro-bollette, che rischia di ridimensionare i vantaggi del taglio delle tasse, suggerendo di intervenire recuperando risorse dalla riforma del reddito di cittadinanza». Secondo il presidente dell’Authority dell’elettricità e del gas Stefano Besseghini, a inizio 2022 gli aumenti sulle bollette potrebbe arrivare a 45 per cento per l’elettricità e al 31 per cento per il gas.
Foto di copertina: ANSA | Le torri dell’impianto energetico di Jaenschwalde, in Germania
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