Caso camici, la procura di Milano chiede il processo per Attilio Fontana e altre quattro persone
I pm di Milano hanno deciso: chiesto oggi il rinvio a giudizio per il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e per altre quattro persone nell’ambito dell’affidamento da parte della Regione di una fornitura, poi trasformata in donazione, di circa mezzo milione di euro per 75 mila camici e altri dispositivi di protezione individuali a Dama, società di suo cognato Andrea Dini. L’accusa è quella di frode in pubbliche forniture. In altre parole, non sarebbe stato adempiuto il contratto sui 25 mila camici non consegnati. Nello specifico, sarebbero «mancati beni destinati a far fronte al quotidiano fabbisogno di camici» (50 mila al giorno in quel momento) «richiesti dallo stato di emergenza sanitaria».
Secondo l’accusa, dunque, allo scopo di tutelare l’immagine politica del governatore della Lombardia, una volta emerso il presunto conflitto di interessi derivante dalla parentela con il fornitore, che era appunto il cognato Andrea Dini di Dama – che si era aggiudicato un contratto da 513 mila euro con la centrale acquisti regionale Aria per 75 mila camici e 7 mila set di calzari e cuffie – Fontana e il cognato avrebbero simulato l’esistenza di una donazione – dei 50 mila camici fino a quel momento consegnati – al posto del reale contratto di fornitura onerosa.
E l’intervento di Filippo Bongiovanni, dg di Aria, che rinunciava alla consegna dei residui 25 mila camici da Dini, sarebbe servito per limitare i danni al cognato. Per i camici ormai “donati”, Fontana avrebbe dato l’ordine (poi sospeso) alla propria fiduciaria di bonificare a Dama 250 mila euro, cioè la somma corrispondente alla fatturazione dei camici già consegnati. Nell’inchiesta sono finiti anche il cognato Andrea Dini, titolare al 90 per cento della società di cui la moglie di Fontana ha il 10 per cento, Filippo Bongiovanni, la manager di Aria spa, Carmen Schweigl e il vicario del segretario generale della Regione, Pier Attilio Superti.
Foto in copertina di repertorio: ANSA/Mourad Balti Touati
Leggi anche:
- Caso camici in Lombardia, i pm di Milano: «Fontana sapeva dei soldi in Svizzera dal 1997»
- Caso camici, nuovi guai per Attilio Fontana: è indagato anche per autoriciclaggio e false dichiarazioni
- Le chat del cognato e la moglie che inguaiano Fontana, il messaggio a un fornitore 10 giorni prima del contratto sui camici: «È stato lui a dirmi di contattarti»
- Inchiesta camici, la Procura di Milano: «Fontana era coinvolto e ha cercato di non lasciare traccia»
- Caso camici in Lombardia, la difesa di Fontana: «sbigottito» dal contratto con la società del cognato