Si infrange il sogno di Lotito: nonostante il sì della giunta delle elezioni, il Senato lo congela definitivamente
Giornata di discussione in Aula sulle relazioni della Giunta delle elezioni e le immunità. I senatori sono chiamati a esprimersi su alcuni seggi contesi della tornata del 2018. E il caso più eclatante è quello del presidente della Lazio, Claudio Lotito: risulta eletto nelle liste campane di Forza Italia, un anno fa la Giunta ha accolto il suo ricorso, riconoscendogli il diritto a uno scranno a Palazzo Madama. Per un presunto errore di calcolo, quel seggio al momento è occupato da Vincenzo Carbone, senatore di Italia Viva. Sebbene la decisione sembrasse presa, però, un ordine del giorno della capogruppo del Misto Loredana De Petris, passato con 155 sì, 102 no e 4 astenuti, ha rinviato di nuovo alla Giunta la questione, chiudendo di fatto la partita. E Italia Viva, che non nasconde la soddisfazione, attacca il Partito democratico per essersi alleato con il centrodestra pur di far perdere un senatore ai renziani.
«Vincenzo Carbone è salvo e il gruppo di Iv ne è estremamente felice – si legge in una nota -, nonostante il voto palese con la destra di sette senatori del Pd sulla sospensiva per far entrare persino Lotito pur di far saltare un senatore di Iv. Come avrebbero commentato i fedelissimi di Letta a parti invertite? Quanti si sarebbero indignati se Iv avesse votato come ha fatto oggi il Pd?». Archiviata, per il momento, la pratica Lotito, il Senato saluta la forzista Anna Maria Minuto, la quale dovrà lasciare lo scranno al compagno di partito, Michele Boccardi, mai proclamato per un presunto errore della Corte di Appello di Bari. Un reintegro rimasto in standby dal 2020 per la mancata calendarizzazione del provvedimento. «Io sempre leale, penalizzata da accordi di vertice», ha commentato a caldo la senatrice. Parole che confermano la partita in atto nel centrodestra per spostare, anche di un solo seggio, l’influenza dei singoli leader.
Tensione nel centrodestra per il seggio lasciato da Saviane
Minuto, infatti, è data in avvicinamento alla Lega ed era quindi guardata con sospetto dai vertici del partito. Alcune fonti di via Bellerio fanno intendere che Forza Italia e Fratelli d’Italia abbiano stretto un accordo per spartirsi gli scranni contesi. La vera partita, infatti, riguarda lo scranno veneto lasciato dal senatore leghista Paolo Saviane, morto lo scorso 20 agosto. «L’accordo tra Forza Italia e Fratelli d’Italia è quello di lasciare il seggio al partito di Giorgia Meloni – spiega un anonimo “personaggio di spicco” della Lega all’Agi -. È un fatto grave perché qui non si tratta di una questione politica, ma umana». Alla fine, scongiurate le preoccupazioni della Lega: l’Aula di Palazzo Madama ha dato via libera alla relazione della giunta sul seggio Veneto rimasoto vancnate, proclamando senatrice Clotilde Minasi, prima dei non eletti in Calabria. Bocciato l’odg di Fratelli d’Italia che chiedeva di assegnare il posto al suo esponente, Bartolomeo Amidei, primo dei non eletti in Veneto. Il terzo scranno sottoposto al voto di Palazzo Madama, poi, è stato quello del senatore Adriano Cario, eletto all’estero e facente parte del gruppo Misto.
Decade il senatore eletto all’estero Cario: «Non ho manipolato nessuna scheda», dice in lacrime
Con un ordine del giorno a firma di Simona Malpezzi, capogruppo del Pd, Cario è decaduto in favore dell’esponente Dem Fabio Porta. Cario era finito al centro di uno scandolo per la presunta manipolazione delle schede elettorali, «oltre 2mila secondo una perizia calligrafica della procura di Roma», ha ricordato la vicepresidente della commissione Esteri, la senatrice Laura Garavini. «Sono estraneo a qualsiasi ipotesi di manipolazione – ha commentato lui in lacrime -. C’è stata una perizia senza contraddittorio, su un campione ridottissimo, 3 sezioni su 99, solo 375 schede a fronte di molte decine di miglia di voti da me legittimamente conseguiti».