L’Alto Adige senza milanesi per il Ponte dell’Immacolata. Gli albergatori: «Grosso calo delle richieste. Ma non siamo tutti No vax»
«Abbiamo saputo della zona rossa, immaginiamo che il comune sia chiuso, vorremmo disdire la nostra prenotazione». Di telefonate come queste all’Hotel Angelo di Ortisei, in Trentino Alto Adige, nelle ultime ore ce ne sono state a decine. Da una settimana a questa parte una delle più frequentate località della Val Gardena è ufficialmente entrata nella zona più alta del rischio per l’alto tasso di incidenza di casi Covid: coprifuoco dalle 18 per ristoranti e bar pubblici, esclusi gli alberghi, e dalle 20 alle 5 per tutta la popolazione. Dopo lo scoppio di contagi ai primi di novembre, la provincia di Bolzano è arrivata a contare una media di 316 infezioni al giorno, con un aumento di 10 volte superiore in soli 30 giorni. Un bel problema anche per il turismo, che nel prossimo ponte dell’Immacolata avrebbe dovuto vedere l’ufficiale partenza della stagione sciistica. «I nostri alberghi apriranno già dal 4 di dicembre, così come tutti gli impianti», assicura Niels Demetz, proprietario dell’Hotel Angelo e di altre strutture alberghiere della valle, nonché presidente dell’Associazione Alberghi di Val Gardena. Ma le disdette continuano ad arrivare. Nel pieno della quarta ondata e alla luce della nuova possibile minaccia Omicron, sono soprattutto i lombardi ad aver avuto paura. La storica tradizione cara ai milanesi di trascorrere le festività di Sant’Ambrogio il 7 dicembre e del ponte dell’Immacolata, ha subìto un grosso stop, dando inizio a una stagione sciistica che non può non preoccupare.
«Le cose si sono messe male soprattutto per le realtà più piccole: nei bed and breakfast gli ospiti devono andare fuori a cena, ma non possono farlo perché dopo le 18 i ristoranti chiudono», spiega Demtz. «Ma anche per le grandi strutture le richieste hanno subìto un calo notevole, e questo non solo per le date del 7 e dell’8 ma almeno per tutto il mese di dicembre». Lo scenario è identico per molte realtà di accoglienza. Quest’anno per il ponte dell’Immacolata l’Hotel Pradell ad Ortisei ha ricevuto zero prenotazioni da Milano e provincia. Stessa storia per l’agenzia di viaggi milanese Zani, esperta in escursioni tra le montagne del Trentino: «Ora non sta chiamando più nessuno», racconta il tour operator Giuseppe Zani, «e quelle poche prenotazioni che avevamo raccolto per il ponte dell’Immacolata siamo stati costretti a spostarle a gennaio nella speranza che le cose migliorino». L’Hotel Garni sulle Dolomiti qualche prenotazione è riuscita a mantenerla: «In totale contiamo 30 richieste dalla Lombardia, ma si tratta di un numero lontano anni luce dal solito. Abbiamo perso più della metà dei soliti prenotati».
Albergatori e tour operator: «Qui non siamo tutti No Vax»
«Continuano a dipingerci come un fortino No vax pericoloso, da cui stare lontano ma non siamo tutti così». Il presidente degli albergatori Demtz fa riferimento alle proteste no vaccino e al rifiuto della protezione anti Covid che regioni come il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia hanno registrato nelle ultime settimane. «Il settore turistico si è sempre impegnato a garantire la massima sicurezza agli ospiti, non c’è uno dei miei numerosi collaboratori che non risulti vaccinato. Chi ci conosce e ci visita da anni sa che siamo persone serie. Ora la curva dei contagi sta scendendo ma ormai l’enorme danno reputazionale è fatto». A parlare è anche l’Ufficio turistico della Val Gardena, comprendente le tre principali località di Ortisei, Santa Cristina, anche questo comune in rosso, e Selve. «Hanno descritto e fatto vedere le nostre zone deserte senza però raccontare che a prescindere dal coprifuoco a novembre luoghi come Ortisei sono totalmente vuoti di visitatori. La stagione inizia proprio con il ponte e gli impianti aprono solo dal 4 di dicembre. Senza dimenticare che in posti di montagna come questi le ore serali non sono certo chissà quanto vivaci», spiega la direttrice Christina Demtz.
Il messaggio che il settore del turismo ora vorrebbe far passare è quello di una zona sotto osservazione e non rossa, come l’accezione comune ha imparato a considerare il più alto grado di rischio contagi. «Le persone hanno sentito zona rossa e si sono immaginate subito il totale lockdown, con l’intero comune chiuso, i servizi bloccati, quando non è affatto così. Tutti qui si muovono liberamente e gli impianti apriranno ai turisti come sempre». Il presidente Demtz racconta di giornate passate al telefono a cercare di far capire la reale situazione del luogo ai timorosi: «La cosa più difficile è far capire loro che possono venire a sciare davvero in sicurezza e nel rispetto delle norme. E che soprattutto che la nostra zona è tutt’altro che chiusa».
Il sindaco Moroder: «Torneremo in gialla. I numeri non sono gravi»
La stagione sciistica comincerà con evidenti difficoltà e il sindaco del comune rosso di Ortisei Tobia Moroder raggiunto al telefono da Open conferma la situazione di impasse. «Continuano ad arrivarmi testimonianze dirette di una flessione delle prenotazioni, soprattutto dopo il primo giorno di cosiddetta zona rossa, che poi zona rossa realmente non è», ribadisce. Moroder racconta di mancate prenotazioni in giorni che apriranno i tre mesi di stagione sciistica, fondamentale per l’economia del luogo. «Le persone si sono spaventate ma qui il picco c’è stato una settimana fa, ora registriamo un significativo calo dei contagi e proprio ieri, nella riunione con il consiglio d’amministrazione della sezione turistica, abbiamo organizzato la ripartenza con aperture di strutture e impianti. I preparativi proseguono». Per il prossimo lunedì 6 dicembre Moroder annuncia il ritorno in zona gialla, «grazie a un calo di incidenza dei casi». Nella stessa data tutto l’Alto Adige finirà in giallo, «con le stesse restrizioni decise a livello statale». Un documento sul tavolo di Moroder però ancora non c’è: «Ci verrà comunicato nella giornata di domani, ad oggi non ho ancora sotto mano il decreto del passaggio in gialla», spiega.
«Vax Day per recuperare i non vaccinati»
Sulla questione dei non vaccinati il sindaco Moroder ha annunciato la collaborazione di tutti i comuni della Val Gardena e della Provincia di Bolzano per la realizzazione di due Vax Day i prossimi 11 e 12 dicembre. «La provincia si aspetta di vaccinare 100mila altoatesini. Noi a Ortisei ci siamo messi a disposizione per mettere in protezione tra i 2mila e i 2.500 abitanti della Val Gardena». Un tentativo di richiamare alla campagna vaccinale tutti gli scettici della zona: «Sperando così di aumentare la percentuale. Attualmente siamo al 70% della popolazione totale, e quasi il 75% sulla popolazione vaccinabile» continua Moroder. «Calcolando addirittura i positivi degli ultimi tre mesi che qui non possono fare il vaccino, arriviamo a circa l’80%». Per i prossimi tre mesi di stagione sciistica la speranza è di tornare alla normalità ma molto dipenderà dai dati della curva epidemiologica. «Tanto sarà determinato anche da noi», specifica il sindaco, «e dal rispetto delle regole fondamentali. A questo proposito abbiamo oggi firmato un appello per tutte le categorie di commercianti, artigiani e del settore turistico: l’invito che abbiamo fatto è all’osservanza delle norme anti Covid e alla piena adesione al vaccino».
Senza Green pass? Niente Skipass
Nel tentativo di garantire una stagione sciistica in sicurezza, dalle Dolomiti arriva un nuovo sistema di controllo. L’idea per quest’anno, spiegata dal sindaco di Ortisei, e pubblicata nei dettagli anche sul sito dolomitisuperski.com, è quella di un collegamento informatico diretto tra la Carta verde e la tessera che in genere permette allo sciatore di superare i tornelli dell’impianto e scendere in pista. «Si potrà sciare solo con Green pass ovviamente e la verifica verrà fatta con un app che permetterà di attivare lo skipass solo in presenza di QRcode valido», spiega Moroder. «Se non ho un Green pass valido non funzionerà neanche il mio sci pass. Un modo ancora più sicuro rispetto a quello precedente che aveva previsto la messa in campo di controllori addetti davanti ai tornelli. Anche per questo proviamo ancora a sperare in una stagione sciistica che faccia ripartire il settore».
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