Il falso incontro di Stefano Puzzer con Kofi Annan (e il sostegno di Orietta Berti). C’era bisogno di una pagina parodia?
Boccaloni? Creduloni? O trolloni? L’ultima! Questo è il titolo dato agli amministratori della pagina Facebook Gente Come Noi – Stefano Puzzer, oggi protagonisti della scena mediatica grazie a un palese fotomontaggio raffigurante il portuale triestino Stefano Puzzer all’Onu con Koffi Annan, morto nel 2018. «Mentre i nostri politicanti ci chiudono le porte, il Segretario Generale ci ha ricevuto in un incontro cordialissimo, grazie mr. Kofi W i portuali”» scrivono gli admin condividendo il fake, ma è tutta una presa in giro fin dal giorno della creazione della pagina.
Non è l’unica trollata della pagina. Ecco un post del 25 novembre dove attribuivano un sostegno da parte di Orietta Berti e Iva Zanicchi: «Il mondo della canzone si schiera con Stefano Puzzer. Orietta Berti e Iva Zanicchi: “Stefano canta la libertà con la voce dalla gente» si legge nel fotomontaggio. Nel post c’è il commento attribuito a Puzzer: «Ringrazio Iva e Orietta, avere dalla nostra parte due monumenti della canzone italiana ci dà ancora più coraggio per andare avanti, speriamo altri seguano l’esempio di questi due angeli».
Il 23 novembre, due giorni prima, era toccato a Boris Johnson. Il post, in confronto a quelli con Kofi Annan, Orietta Berti e Iva Zanicchi, ottiene un largo successo: «Boris Johnson interrompe la conferenza e da Londra manda un saluto a Stefano Puzzer» riporta il titolo del falso articolo di giornale. Il commento attribuito al portuale: «A quanto pare solo i nostri politicanti non ci considerano. Grazie Mr. Boris per l’appoggio W i portuali, W la gente come noi».
In un post dell’undici novembre è possibile notare un test dei falsi titoli di giornale. Risulta evidente che abbiano fatto uso di un tool per gli sviluppatori web disponibile da Google Chrome, in precedenza sfruttato da altri per creare bufale e teorie del complotto (un esempio qui).
Trollate a parte, alcuni post risultano utili alla propaganda No vax. Lo stesso 23 novembre, gli admin pubblicano un fotomontaggio di Stefano Puzzer mentre “difende” con il proprio corpo un bambino dalle vaccinazioni: «Colpite pure me non mi importa, se devo fare da scudo per proteggere i nostri figli lo faccio con orgoglio» recita il meme.
Perché pubblicare un meme del genere se l’intenzione è quella di prendere in giro gli utenti? Dovevano in qualche modo attirare i fan del portuale, al fine di renderla credibile ai loro occhi come una pagina di veri sostenitori (o dello stesso Stefano). Serviva una pagina del genere o bastava vedere il profilo dell’eroe dei No Green Pass in gita a Ginevra?
O il flash mob organizzato dai suoi sostenitori durante il presidio a Roma?
Leggi anche:
- L’ultima crociata di Puzzer: a Ginevra per chiedere aiuto all’Onu. Ma nessuno accoglie le sue denunce – Il video
- Puzzer ci riprova: «Porteremo il nostro tavolino a Ginevra all’Onu, lì non prenderemo il Daspo» – Il video
- Puzzer e il banchetto a piazza del Popolo: «Qui a Roma a tempo indeterminato. Ridicolo? Mi interessa dormire la notte» – Il video
- Da Cacciari a Freccero passando per Puzzer: ecco a voi il movimento No Green pass
- Puzzer si moltiplica. Il presidio a Roma con i manifestanti mascherati: «Noi siamo Stefano Puzzer!» – Il video