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Le regioni a rischio zona gialla e arancione a Natale

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Bolzano e il Friuli rischiano la zona arancione a metà dicembre. 24 milioni potrebbero finire in lockdown soft. Le più vicine sono Lombardia, Lazio, Veneto e Calabria

Ventiquattro milioni di italiani rischiano di dover passare il Natale in lockdown. In zona gialla, se va bene. In zona arancione, se la situazione peggiora. Mentre oggi il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute certificherà un indice di contagio Rt stabile a 1,21, l’incidenza continua a crescere (dovrebbe arrivare intorno a quota 150). E se gli ultimi dati Agenas segnalano che per l’Alto Adige è il momento di andare in zona gialla, il rischio è che Bolzano e il Friuli Venezia Giulia finiscano addirittura in arancione a metà dicembre. La regione di Fedriga ha tassi di occupazione dei letti in salita. Altre quattro vanno verso la zona gialla: Lombardia, Lazio, Veneto e Calabria.

È La Stampa a scrivere oggi che 24 milioni di italiani potrebbero finire in lockdown soft per le festività. La Lombardia, spiega il quotidiano, ha attualmente il 7% dei letti occupati in terapia intensiva e il 13% in area medica. La Calabria è rispettivamente al 9 e al 10%. Il Lazio è al 10 e all’11%, il Veneto è all’11 e al 9%. Ma quest’ultima è anche l’unica regione classificata a rischio alto nel monitoraggio dell’Iss. Con il passaggio in zona gialla c’è l’obbligo di mascherina all’aperto e si riducono le capienze di stadi, cinema, teatri e sale da concerto. Dal 6 dicembre il Super Green pass precluderà comunque i luoghi dello svago a chi non è vaccinato o guarito da Covid-19. Tra queste, come ha spiegato il matematico Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo M. Picone del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), la regione più vicina al giallo è proprio la Lombardia.

«La situazione più grave è ancora nelle regioni di confine, in particolare quelle a Nord Est e le cinque regioni/province autonome con incidenza maggiore sono Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Valle D’Aosta e Trento. L’onda epidemica, dopo Emilia-Romagna e Marche, ha raggiunto anche Lombardia, Lazio e Liguria». Queste cinque regioni, ha detto all’Ansa Sebastiani, si collocano attualmente dal sesto al decimo posto per incidenza. «Nel Friuli Venezia Giulia, origine dell’attuale fase espansiva in Italia, l’onda si è attenuata e c’è un iniziale trend di decrescita dell’incidenza; anche la curva delle terapie intensive del Friuli Venezia Giulia mostra, negli ultimi tre giorni, un trend di decrescita. Si prevede che il fenomeno, probabilmente spiegato dai comportamenti individuali indotti dalla percezione della fase di peggioramento, nei prossimi giorni possa diventare più marcato grazie agli effetti, ritardati, dell’entrata in zona gialla a partire da lunedì scorso».

La crescita dei contagi

Secondo il matematico si osserva anche una crescita lineare dei contagi in Basilicata (debole), Bolzano, Calabria (dopo un’accelerazione), Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trento e Veneto. Che frena in Emilia Romagna, Sicilia, Valle d’Aosta, Sardegna (vicina al massimo): «Il Friuli Venezia Giulia sembra aver passato il massimo da pochi giorni, ma nei prossimi giorni sarà possibile avere conferma e localizzazione precisa». Secondo Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, la data da segnare sul calendario è il 20 dicembre: «Da sei settimane i casi crescono, ma fortunatamente l’impatto sui ricoveri in area medica non ha confronto rispetto all’epoca pre-vaccinale. C’è però una crescita lenta e costante, in qualche regione ci potrebbe esser qualche altro cambio colore entro fine anno». E quindi «dal 13 dicembre qualcuno si avvicinerà al cambio di colore» come «la Calabria e il Lazio ma non al punto di diventare gialli. Mentre dal 20 potrebbe esserci qualche regione gialla».

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