Taglio del cuneo fiscale: fino a 247 euro in più in busta paga, mille euro annui il risparmio totale per i redditi bassi
Il taglio del cuneo fiscale si amplia. I redditi potranno contare su sgravi fiscali che porteranno da 61 a 247 euro in più in busta paga. E il combinato disposto del taglio delle aliquote, delle nuove detrazioni e della decontribuzione potrà portare un aumento fino a 85 euro mensili. E quindi oltre mille euro su base annua. Restringendo la platea alle fasce più deboli ed alzando a 0,7 punti (dall’8,9 all’8,2%) lo sconto che verrà applicato per un reddito lordo di 20 mila euro arriverà un risparmio annuo di 140 euro, a 175 con 25 mila euro, a 210 con 30 mila euro e a 245 euro con un reddito di 35 mila euro. Per questi ultimi i benefici dovrebbero arrivare a 85 euro al mese.
Aliquote Irpef, scaglioni, decontribuzione e detrazioni
La Stampa dettaglia oggi il taglio delle aliquote. La riduzione da 5 a 4 e la scomparsa di quella del 41% per i redditi tra 55 e 75 mila euro insieme alla revisione degli scaglioni (si pagherà il 25% anziché il 27% tra 18 e 28 mila euro, il 35% anziché il 38% tra 28 e 50 mila ed il 43% oltre i 50 mila euro) e all’aggiustamento delle detrazione porterà risparmi per 61 euro l’anno a chi ne guadagna 15 mila, 150 da 15 a 28.000, 417 da 28 a 50.000, 692 da 50 a 55.000, 468 da 55 a 75.000 e 247 euro oltre 75 mila euro. L’importo base delle detrazioni invece salirà da 1880 a 3100 euro. Assorbendo il bonus da 100 euro in busta paga. Che rimarrà in vita per i redditi sotto i 15 mila. La no tax area arriverà a 8.500 euro per i pensionati, a 5.500 per gli autonomi. La busta paga crescerà dal mese di marzo, data in cui è previsto anche il debutto dell’assegno unico per i figli. Per i conti precisi sarà necessario conoscere la riforma delle detrazioni. Repubblica scrive oggi che grazie però alla decontribuzione, valida per il solo 2022, i lavoratori dipendenti fino a 15 mila euro raddoppieranno il beneficio medio (da 66 a 144 euro annui), quelli fino a 28 mila euro lo alzano del 54% (da 144 a 222 euro), quelli fino a 35 mila euro ci aggiungono un 17% in più (da 451 a 529 euro). Il Messaggero aggiunge che il taglio annuo per i redditi bassi arriverà a oltre mille euro.
Le simulazioni
Le simulazioni del quotidiano romano, elaborate dalla Fondazione studi consulenti del lavoro, calcolano che:
- per un lavoratore con due figli a carico e un reddito annuo lordo di 45 mila euro lo sconto fiscale sarà di 770 euro annui. L’Irpef scende da 12.858 euro a 12.088;
- per una lavoratrice con un figlio a carico il risparmio sarà di 320 euro (senza considerare il taglio del cuneo);
- per un pensionato con un lordo di 15 mila euro non cambierebbe nulla; ma qui interverrebbe la no tax area che però porterà soltanto qualche euro in più in tasca al mese;
- per un lavoratore con un reddito lordo di 75 mila euro lo sconto sarebbe di 270 euro l’anno; ma anche qui non si tiene conto delle detrazioni.
L’annuncio del governo, che ora dovrà essere trasformato in un maxi-emendamento alla Legge di Bilancio, non piace ai sindacati. Cgil e Uil ipotizzano scioperi perché denunciano un taglio delle tasse squilibrato in favore dei più ricchi, la Cisl è più dialogante. Anche Confindustria attacca le scelte del governo.
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