La crescita delle terapie intensive rallenta: le previsioni sull’ingresso delle regioni in zona gialla
La crescita negli ingressi in terapia intensiva è in frenata. Mentre la curva dei positivi al Coronavirus continua a incrementare in modo lineare. Questi sono i conti del matematico Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Per il matematico la Calabria è la regione più vicina alla zona gialla, mentre per la Lombardia l’approdo nell’area a minori restrizioni dovrebbe arrivare nella seconda metà di dicembre. I ricoveri invece frenano la loro crescita in Friuli-Venezia Giulia e in Alto Adige. Che potrebbero così evitare la zona arancione. Mentre nel Lazio si osserva un appiattimento della curva. E preoccupa anche la Liguria.
La curva dei positivi
«Mentre la curva della percentuale dei positivi ai test molecolari e quella dei positivi totali continuano a crescere in modo di fatto lineare – dice oggi Sebastiani all’agenzia di stampa Ansa – quella degli ingressi giornalieri in terapia intensiva e quella dei decessi mostrano nell’ultima settimana un trend di frenata della crescita, come messo in evidenza dall’analisi delle differenze percentuali settimanali». Secondo il matematico gli ingressi in terapia intensiva e i decessi hanno un’importanza maggiore perché non risentono delle variazioni del numero di test giornalieri e coinvolgono le forme più gravi della malattia. Queste ultime, rileva, «si riescono a contenere bene, ma non in modo totale, sia per il valore corrente, grande ma limitato, della copertura vaccinale (75% circa) che per la presenza di altri fattori in soggetti vaccinati, come ad esempio le comorbidità».
Per Sebastiani, che ne ha parlato anche con Open, è la Calabria la regione più vicina alla zona gialla per via dei numeri relativi ai ricoveri nei reparti ordinari e nelle terapie intensive. Lombardia, Marche, Veneto e Liguria potrebbero invece raggiungere valori da zona gialla nelle prossime settimane. «La Calabria ha superato la soglia del 10% delle terapie intensive (è all’11% circa) con trend di crescita, mentre è al 14,5% per i reparti ordinari, dove da 9 giorni subisce un’improvvisa crescita lineare con tasso di aumento pari a circa 0,39% al giorno. Di conseguenza – osserva l’esperto – entro martedì prossimo (giorno a cui di norma fa riferimento il monitoraggio settimanale del venerdì) si prevede che sia oltre le soglie per la zona gialla».
Il cronoprogramma della zona gialla
Per quanto riguarda le altre quattro regioni a rischio zona gialla, «in Lombardia i ricoveri nei reparti ordinari sono al 14% circa, in crescita lineare nelle ultime due settimane con tasso di aumento pari a circa 0.30% al giorno. Di conseguenza – osserva Sebastiani – nei primi giorni della prossima settimana si prevede che si oltrepassi la soglia del 15%”. Sempre in Lombardia l’occupazione delle terapie intensive è di circa l’8%, in crescita lineare nelle ultime due settimane e con un tasso di aumento pari a circa lo 0,30% al giorno. Quindi “tra la fine della prossima settimana e l’inizio di quella successiva la regione dovrebbe oltrepassare la soglia del 10%. In conclusione martedì 19 la Lombardia dovrebbe avere i numeri da zona gialla».
Invece nelle Marche l’occupazione delle rianimazioni è arrivata al 10,5%, così come quella dei reparti ordinari. Il tasso di crescita è pari allo 0,29% al giorno: «Se quest’ultimo rimanesse invariato, porterebbe in poco più di 15 giorni oltre la soglia del 15%, e quindi a numeri da zona gialla». Nel Veneto che vive un boom di contagi invece l’occupazione delle terapie intensive è al 12%, mentre quello delle aree mediche è al 9,5%. Il tasso di crescita qui è pari allo 0,31% al giorno: «Se rimanesse invariato, porterebbe oltre la soglia del 15% in poco meno di tre settimane». Poi c’è la Liguria, che ha terapie intensive occupate all’11,5% e reparti ordinari al 10%. Anche qui il tasso è dello 0,26% e ci vorrebbero tre settimane per andare in giallo.
Buone notizie per Friuli e Bolzano
C’è una tendenza alla frenata della crescita dei ricoveri in Friuli Venezia Giulia e nella provincia autonoma di Bolzano, considerate a rischio zona arancione. Il Friuli sperimenta una (debole) diminuzione delle rianimazioni. Numeri simili per l’Alto Adige, dove negli ultimi tre giorni la cui curva dei reparti ordinari mostra segni di frenata. I ricoveri sono al 19% circa in area medica e al 13% in terapia intensiva. Da monitorare la provincia autonoma di Trento, nella quale l’occupazione dei reparti ordinari è al 10% circa e al 9% in quelli di terapia intensiva, con trend di crescita di entrambe le curve, seppure lenta. Infine c’è il Lazio, dove si osserva un appiattimento delle curve dei ricoveri. Rispettivamente 11% e 10% per reparti ordinari e terapia intensiva. Questo, osserva Sebastiani, «probabilmente permetterà a questa regione di evitare nell’immediato futuro l’ingresso in zona gialla. L’attenzione deve comunque alta, visti i rapidi cambiamenti, come quello accaduto di recente alla Calabria».
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