Anche Londra ha il suo Spelacchio: sfiorato l’incidente diplomatico con la Norvegia per l’abete rinsecchito
Nel 2017 l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, fu sobbarcata di polemiche per l’installazione di Spelacchio in piazza Venezia. Le foto dell’albero di Natale, con i rami secchi e la scarsa frondosità, fecero il giro del mondo. La prima cittadina provò a giustificare così l’arrivo di un esemplare di abete sotto le aspettative capitoline: era, per lei, un simbolo di «sostenibilità, semplicità e raffinatezza». L’albero, che poi morì anzitempo il 19 dicembre, era costato cinquantamila euro alle casse del Campidoglio. A distanza di quattro anni, la storia si ripete. Oltremanica. Certo, la città di Londra non ha stanziato un euro per il tradizionale albero di Trafalgar Square, ma l’abete di 24 metri ha suscitato diverse critiche nella cittadinanza.
«Siamo entrati in guerra contro la Norvegia?», si domanda un utente sui Twitter. Già perché l’albero che si staglia davanti alla facciata della National Gallery, dal 1947 ad oggi, è un dono che viene fatto di anno in anno dalla città di Oslo: è un ringraziamento dei norvegesi al Regno Unito, per il supporto durante la Seconda guerra mondiale. Ma per il Natale 2021, l’abete selezionato dai boschi della Nordmarka – deve essere alto almeno 20 metri e avere almeno 50 anni -, dopo un viaggio in mare iniziato a fine novembre è arrivato a Londra con i rami spogli e radi. «Non hanno preso bene il licenziamento di Ole Gunnar Solskjaer», si legge in un altro tweet. «Dov’è l’altra metà dell’albero?», ribatte un altro. Ancora: «È stato tosato dal barbiere di Boris Johnson».
Persino l’account ufficiale dell’albero gestito dal Westminster Council, riporta il Messaggero, fa ironia sulla vicenda: «Vorrei dire a tutti che non mi mancano i rami, stanno adottando il distanziamento sociale». Ma c’è anche chi prende la questione seriamente, invocando la sostituzione dell’abete e definendo l’esemplare una sorta di «imbarazzo nazionale». Altrettanto fanno i tabloid norvegesi, che non hanno preso di buon occhio la ridicolizzazione degli inglesi del dono fatto loro. I londinesi si comportano da «bulli», scrive il giornale Vg. «Tutto quello che ci hanno dato i britannici lo scorso Natale è stata la variante inglese», dichiara un cittadino norvegese, invece, al Times.