Calenda dopo il ritiro di Conte: «Ha fatto bene, rischiava di perdere. Non potevo accettare un 5s sui Colli»
Ieri Giuseppe Conte ha rinunciato alla candidatura a Roma Centro propostagli dal Partito Democratico dopo la dichiarazione di guerra di Matteo Renzi. E l’annuncio di Carlo Calenda, pronto a sfidare l’ex Avvocato del Popolo nel collegio. Oggi proprio il leader di Azione in un’intervista a Repubblica dice la sua sulla decisione: «Conte sapeva benissimo che avrebbe dovuto correre in un territorio non particolarmente fertile per i 5S e che lì con un avversario forte rischiava di perdere. Poi, magari, avrà fatto anche altri ragionamenti, chiedete a lui». Calenda ritira anche la sua candidatura: «Per me il problema non sussiste più. Non potevo accettare l’idea che un 5S calcasse i sacri Colli, che il Pd abbandoni i propri elettori a un Movimento che in quel collegio alle Comunali ha preso il 5,3 per cento. È da tre settimane che Enrico Letta ci prende in giro, dicendo che avremmo parlato. Questo modo di procedere di Enrico dimostra che non c’è nessun Ulivo 2.0 ma solo un Conte 2 riveduto è corretto. Lì sono rimasti i dem, nessuno sforzo di ampliare l’area liberale, democratica e riformista». E chiude sulla corsa al Quirinale: «Se salta Draghi a Palazzo Chigi salta tutto. Con la fiammata inflazionistica, i soldi del Pnrr da spendere entro luglio, le vaccinazioni anche ai bambini da gestire, serve che il premier resti fino al 2023. Altrimenti vedo Salvini in piazza e all’opposizione in Parlamento. Si va sicuro alle elezioni. Meglio indicare come Capo dello Stato Marta Cartabia, una figura con esperienza costituzionale che sarebbe la prima donna al Colle e fare un patto di legislatura che vincoli gli attuali componenti della maggioranza a non creare instabilità fino al 2023».
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