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La ragazza picchiata e minacciata di morte perché voleva «vivere all’occidentale»

08 Dicembre 2021 - 09:52 Redazione
Arrestato il padre e imposto il divieto di avvicinamento al fratello

Aveva solo 14 anni quando il padre e il fratello hanno cominciato a maltrattarla perché voleva solo «vivere all’occidentale», scegliendo come vestire, dove lavorare e che amicizie avere. Per quattro anni una ragazza di origine marocchina, oggi 18enne, è stata minacciata di morte, picchiata, fino all’apice delle vessazioni, e cioè quando è stata segregata in cantina dove è stata tenuta legata ad una sedia per due giorni. A portarla via da quel contesto familiare è stata la squadra mobile di Ferrara, su mandato del Gip di Bologna, Letizio Magliaro. Il padre 56enne è stato arrestato e al fratello di 32 anni è stato imposto il divieto di avvicinarsi a lei. Le autorità hanno scoperto in che condizioni versava la vita di quella ragazza dopo che lei, il 26 novembre scorso, ha fermato per strada una volante della polizia. Se n’era da poco andata di casa, aveva iniziato a lavorare in un ristorante, e il padre si era presentato fuori dal locale per minacciarla: le aveva detto che se non si fosse licenziata, l’avrebbe uccisa. Preoccupata per la sorte che avrebbe potuto attenderla, e non volendo tornare a casa, ha allertato le forze dell’ordine. I problemi, comunque, erano iniziati anni prima. La famiglia, di rigida osservanza musulmana, le aveva proibito più volte di vivere come gli occidentali.

Come racconta la Repubblica, «quando era ancora minorenne, nel 2018 era stata portata in Marocco dai genitori per sposare il cugino di 32 anni (figlio del fratello del padre) e la sera stessa era stata costretta a consumare un rapporto sessuale». Nel 2017, il padre e il fratello maggiore l’avevano chiusa a chiave in cantina. Poi, legata mani e piedi a una sedia, l’avevano minacciata dicendole: «Questa sarà la tua tomba». Dopo il trasferimento in un paese della provincia bolognese, e con il marito lasciato in Marocco e un rito matrimoniale islamico non riconosciuto né in Italia né altrove, i problemi sono continuati quando la scorsa estate la ragazza si era stabilità sulla costa romagnola per fare la stagione estiva contro la volontà del genitore. Fino all’escalation di litigi che settimane fa l’ha spinta a voler trovare una via di fuga.

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