Landini: «Draghi voleva il contributo dai ricchi. Ma i partiti non sanno cosa vuol dire vivere con 20 mila euro l’anno»
«Il presidente Draghi ha tentato di proporre un punto di mediazione con la sua maggioranza avanzando l’idea di escludere per un anno dal beneficio fiscale i redditi oltre i 75 mila euro. Su questo è stato brutalmente messo in minoranza dai partiti della sua maggioranza. Questo è un problema molto serio: in questo Paese la maggioranza che sostiene il governo non sa cosa vuole dire vivere con 20, massimo 30 mila euro all’anno». Parola del leader della Cgil Maurizio Landini, che in un’intervista rilasciata oggi a Repubblica spiega perché il suo sindacato e la Uil hanno proclamato uno sciopero di otto ore dal 16 dicembre. Landini va all’attacco della riforma dell’Irpef che riduce le aliquote: «È profondamente sbagliata perché anziché ridurre le aliquote andava allargata la base imponibile dell’Irpef e accentuata la progressività del sistema».
Per questo è stata proclamata la mobilitazione: «Lo sciopero è per difendere gli interessi delle lavoratrici, dei lavoratori e di tutti i pensionati. Abbiamo preso atto che la maggioranza non intendeva cambiare l’accordo fatto sul fisco e che aveva respinto anche la proposta del presidente del Consiglio. Dunque, ricorriamo allo sciopero perché si sono chiusi gli spazi di confronto e il sindacato deve fare tutto il possibile per portare a casa risultati a favore di chi rappresenta. Scioperiamo per la riforma delle pensioni, per superare la precarietà del lavoro, per nuove politiche industriali, e per una migliore scuola pubblica». Ma per Landini non è in discussione l’autorevolezza che Draghi ha dato al paese: «Vedo con preoccupazione che i partiti della maggioranza che sostengono il governo pensano più alle proprie bandierine elettorali che agli interessi dell’Italia e che considerano con fastidio il confronto con i sindacati. Ma così non disconoscono il ruolo dei sindacati bensì quello di lavoratori e pensionati che pagano il 90 per cento dell’Irpef».
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