La strana dichiarazione di Giorgio Palù e i 608 morti da vaccino in nove mesi. Ecco cosa riporta veramente AIFA
Le audizioni che stanno avvenendo al Senato ci hanno abituato a spettacoli non proprio edificanti. Spesso l’intervento di presunti esperti invitati a esprimersi sul nuovo Coronavirus e sui vaccini, appare fuori contesto in Rete, diventando la dimostrazione scientifica del fatto che non ce la raccontino giusta. Salvo poi scoprire alla minima verifica, che tali affermazioni non trovano affatto fondamento scientifico. Ce ne siamo occupati in diversi articoli del progetto Open Fact-Checking, per esempio qui, qui e qui.
Stavolta esaminiamo un caso diverso: la decontestualizzazione di alcuni secondi dell’intervento di Giorgio Palù (microbiologo, virologo e presidente di Aifa), in merito alle segnalazioni di eventi avversi fatali post-vaccino, dati in pasto alla Rete senza alcun contesto. Sembra quindi che per l’Agenzia italiana del farmaco risultino «608 morti da vaccino in 9 mesi (con vigilanza passiva)». Il messaggio che passa a leggere certi commenti è che nella realtà potrebbero essere molti di più. Ed è questa una narrazione che avevamo visto in precedenza, per esempio da parte di Paolo Bellavite (qui e qui). Cerchiamo di fare chiarezza.
Per chi ha fretta:
- Al momento risultano 16 decessi su 608 casi segnalati correlabili coi vaccini.
- Tali correlazioni non implicano ancora un nesso causale accertato.
- Anche prendendo per accertati i casi fatali, i vaccini anti-Covid continuano a mostrare notevoli benefici rispetto ai presunti rischi.
Analisi
Le affermazioni di Palù che stanno generando confusione sono le seguenti:
Il report numero nove, da dicembre 2020 a settembre 2021 (quindi da quando più o meno si sono iniziate a Natale le vaccinazioni), riporta 608 segnalazioni di esito infausto (48,2% nelle donne), con età media 76 anni, correlate ai vaccini. Correlate vuol dire che c’è stata l’autopsia e che il medico che ha autopsiato ha detto “sì, non trovo altra causa, può essere il vaccino”.
Il concetto chiaro, che non appare durante l’estratto dell’intervento, è quello di vigilanza passiva. Noi avevamo già spiegato in precedenti articoli, che non ha molto senso prendere in considerazione le segnalazioni raccolte da database come il Vaers (Usa) o EudraVigilance (Ue), perché in nessun modo possono dimostrare un collegamento causale tra vaccino e evento avverso o decesso. Palù infatti parla di correlazione, non di collegamento causale.
Ad occuparsene è stato anche il sito Imola Oggi con un articolo dal titolo «Covid, Palù: ‘608 morti correlate al vaccino’».
Cosa dice realmente AIFA
Aureliano Stingi (PhD in Cancer Biology) ha spiegato molto bene – fonti alla mano (pagina 13 del rapporto numero 9 citato da Palù) – questo concetto:
Circola un video dove il presidente di AIFA Palù dice che per il vaccino in Italia nell 2021 anno sono morte 608 persone. E’ un errore – continua Stingi -, Palù fa riferimento a tutti i decessi segnalati, i quali una volta INDAGATI si sono ridotti a 16. Ovviamente anche 16 sono tanti ma non sono 608
Bellavite citava la medesima fonte durante un convegno avvenuto a Bolzano:
Anche noi allora avevamo colto lo stesso particolare segnalato da Stingi. Aggiungiamo solo che correlabile non significa verificato:
Su 608 segnalazioni esaminate dall’OMS con un modello statistico – spiegavamo nel precedente articolo -, con esito fatale su 100mila dosi somministrate (lo 0,72%) il 59% non è nemmeno correlabile, il 30,6% è indeterminato e il 6,2% inclassificabile per «mancanza di informazioni sufficienti». Restano 16 casi correlabili (3,7%), che potrebbero sottendere un nesso causale, ma per stabilirlo occorrerebbe stimare l’incidenza di tali eventi avversi a prescindere dai vaccini.
Conclusioni
L’intervento di Palù, così come appare in Rete, presenta un contesto mancante. Al momento se dobbiamo parlare di correlazione, non parliamo di 608 decessi, bensì 16 che da soli non dimostrano ancora alcun nesso causale. Anche prendendoli per buoni, alla luce del numero totale di vaccinati nel Mondo, i benefici continuano a superare di misura i presunti rischi, così come già accertato da EMA attraverso diverse inchieste del PRAC (Pharmacovigilance Risk Assessment Committee), sia per le miocarditi che per le trombosi.
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