Revoca del Green pass ai positivi, la bozza del ministero: «Certificato nullo anche in Europa fino a fine quarantena»
A breve il Garante della Privacy sarà chiamato ad esprimersi sulla questione dei Green pass revocati ai positivi. Il governo ha inviato una bozza di Dpcm per chiedere un parere sulle norme pensate per evitare che una persona, dopo avere contratto l’infezione da Coronavirus, resti in possesso di una certificazione verde precedentemente ottenuta. Si tratterebbe principalmente di una revoca temporanea del pass sanitario, e che durerebbe fino al termine della quarantena a cui il paziente positivo è chiamato a sottoporsi. Nella bozza di testo messa a punto dai tecnici del ministero della Salute, viene spiegato nel dettaglio cosa deve accadere «nell’eventualità in cui, dal flusso dei tamponi molecolari che le Regioni e Province autonome inviano al sistema Tessera sanitaria, risulti la positività al SARS-CoV-2 di una persona in possesso di certificazione verde in corso di validità». Un iter che sarebbe dovuto scattare in modo automatico già dalla primissima introduzione della Carta verde ma che non è mai stato così scontato.
La bozza del ministero ora spiega il procedimento: «Il sistema TS comunica la positività alla Piattaforma nazionale-DGC, unitamente ai dati di contatto dell’interessato eventualmente disponibili. La Piattaforma poi genera una revoca delle certificazioni verdi rilasciate alla persona risultata positiva, inserendo gli identificativi univoci di dette certificazioni nella lista delle certificazioni revocate». Solo in questo modo i Green pass verranno riconosciuti non validi in caso di verifica davanti a ristoranti e posti di lavoro. Al momento del controllo si comunicherà anche «al Gateway europeo il perché siano considerati non validi anche negli altri Stati membri», spiega ancora il documento. Una volta assicurata la sospensione automatica, sarà la volta della comunicazione al diretto interessato. «La Piattaforma nazionale-DGC invia notifica alla persona positiva», spiega la bozza, con la possibilità di annullare il provvedimento, sempre in automatico, «e a seguito dell’emissione della certificazione verde di guarigione dalla positività che l’ha generata». Uno dei nodi principali sarà anche quello di allineare tutti i sistemi regionali al nuovo metodo. Scenario sottolineato anche dalla bozza, dove si legge: «Sarà necessario allineare i sistemi regionali che hanno comunicato l’evento sanitario mettendo a disposizione di Regioni e Province autonome la lista delle certificazioni dei propri assistiti revocate».
Il Garante: «Ho segnalato più volte l’anomalia»
I dettagli spiegati nel documento saranno quindi valutati dal Garante, organi chiamato anche in questo caso a garantire il rispetto della privacy dei cittadini. Senza il suo via libera la bozza non potrà continuare l’iter dell’ufficializzazione. E a commentare in proposito è stato poche ore fa lo stesso Garante: «Con riferimento alle notizie riguardanti l’annunciata revoca del Green pass alle persone che, già in possesso delle certificazioni verdi, risultino in seguito positive», ha detto, «il Garante per la protezione dei dati personali ricorda di aver segnalato più volte, nei mesi scorsi, al ministero della Salute i profili critici derivanti da un mancato aggiornamento del certificato verde».
Costa: «C’è un problema tecnico che stiamo risolvendo»
L’Autorità precisa anche che «è appena pervenuto dal ministero della Salute la bozza di Dpcm di modifica del Dpcm del 17 giugno 2021, che tocca anche gli aspetti legati alla revoca dei Green pass, sul quale esprimerà il proprio parere con la massima urgenza». Sulla questione è intervenuto anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: «C’è un problema tecnico che stiamo risolvendo: in realtà, il sistema prevedeva già la sospensione del Green pass in presenza di un tampone positivo, ma sono emerse delle criticità. Confido che nei prossimi giorni si possa risolvere questa questione tecnica». Costa si riferisce al passaggio del Dpcm, in cui si legge che i Green pass possono «essere revocati mediante l’inserimento del codice univoco della Certificazione verde all’interno della lista di revoca». La comunicazione va trasmessa alla piattaforma nazionale «tramite una specifica funzionalità del sistema tessera sanitaria».
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