Iss, 5 regioni a rischio alto. La Calabria passa in giallo. Toti: «A Natale stretta anche in Liguria» – Il video
Dal monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità sui dati Covid arrivano numeri a rischio zona gialla per 5 Regioni. Si tratta di Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Marche e Veneto. Attualmente considerate a rischio moderato, nei prossimi giorni potrebbero passare a rischio alto. Chi ha già fatto il salto è la Calabria: poche ore fa il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza per il passaggio della regione da zona bianca a zona gialla dal prossimo 13 dicembre. Chi teme per la settimana di Natale è invece la Liguria: «Non mi illudo sulla possibilità di rimanere in bianca nel periodo natalizio», ha detto il presidente Giovanni Toti, «abbiamo superato il limite di 150 casi per 100mila abitanti. Così come le 22 terapie intensive a causa dell’incidenza in provincia di Imperia». L’unico indicatore che finora ha tenuto in zona bianca la Liguria è il numero di ospedalizzati di media intensità, «ma il flusso degli ultimi giorni supera i 30 pazienti al giorno su base regolare», ha continuato a spiegare Toti.
I dati del monitoraggio
Secondo quanto registrato nel report settimanale dell’Istituto superiore di sanità l’indice di contagio Rt si posiziona a 1,18, in lieve calo rispetto alla settimana scorsa. L’incidenza dei casi di positivi al Coronavirus ogni 100 mila abitanti invece cresce e arriva a 176. In crescita anche i ricoveri in area medica e le terapie intensive. L’incidenza settimanale a livello nazionale continua quindi ad aumentare: 176 per 100 mila abitanti (3-9 dicembre 2021) contro i 155 per 100 mila abitanti della scorsa settimana (26/11-2/12). Nel periodo 16 novembre-29 novembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato invece pari a 1,18 (range 1,06–1,24), leggermente in diminuzione rispetto alla settimana precedente (quando era pari a 1,20) ma al di sopra della soglia epidemica.
Secondo il monitoraggio reso noto dall’Iss, «il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 8,5% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 09 dicembre) vs il 7,3% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 02 novembre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 10,6% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 09 dicembre) vs il 9,1% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 02 dicembre). Per questo nell’ultima settimana di monitoraggio 20 Regioni risultano classificate a rischio moderato. Inoltre 12 Regioni riportano un’allerta di resilienza.
Calabria da zona gialla
Sempre secondo i dati della Cabina di Regia oggi la Calabria ha superato tutti e tre i parametri che portano al cambio di colore: l’incidenza (a 119, contro un limite di 50), i ricoveri ordinari (16,8% contro un limite del 15%) e le terapie intensive (11,8%, contro un limite del 10%). Nella Provincia di Trento l’incidenza molto alta (233) e le terapie intensive sono al 16,7%, ma i ricoveri ordinari rimangono al 14,9%. Il Friuli-Venezia Giulia è a quota 23,3% di ricoveri e 14,3% di intensive occupate. Bolzano è rispettivamente al 19,2% e al 18%. Altri territori rischiano la prossima settimana: la Liguria con le intensive al 12,4% e i ricoveri ancora sotto soglia al 13,6%, le Marche, rispettivamente al 14,8% e all’11,6%, e il Veneto con il 12,4% di intensive e il 12,1% di ricoveri. Vedono avvicinarsi le soglie anche il Lazio, con il 9,6% di intensive e il 12,1% di ricoveri, e la Lombardia, 8,9% e 13,6%. L’incidenza più alta è a Bolzano con 556,1 casi per centomila abitanti. Poi ci sono Friuli (378), Veneto (365,5), Valle d’Aosta (266,4) e Emilia Romagna (241). La più bassa in Molise, peraltro unica regione classificata a rischio basso, con 28 casi per centomila.
Bambini
Per quanto riguarda i bambini, l’Iss ha spiegato che anche in età infantile il Covid «può comportare dei rischi per la salute: circa 6 bambini su 1.000 vengono ricoverati in ospedale e circa 1 su 7.000 in terapia intensiva». E anche nei casi (la grande maggioranza) nei quali l’infezione decorre in maniera quasi completamente asintomatica «non è possibile escludere la comparsa di complicazioni, come la sindrome infiammatoria multisistemica e la comparsa di effetti indesiderati a distanza di tempo (long Covid)».
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