Regno Unito, gli esperti sulla prossima ondata di Covid: «Rischiamo 75 mila morti in 5 mesi»
In Inghilterra, la regione del Regno Unito dove vino quasi 56 milioni di persone, la nuova variante Omicron potrebbe causare fino a 75 mila morti. Si tratta dello scenario peggiore delineato dai nuovi dati della London School of Hygiene&Tropical Medicine. Se entro la fine di aprile non saranno adottate nuove restrizioni, oltre al Piano B appena scattato, il tasso di mortalità causato dalla mutazione aumenterà vertiginosamente. I dati indicano una previsione «tra le 25 mila e le 75 mila vittime nei prossimi 5 mesi». Il team di ricerca spiega come «nello scenario più ottimistico si prevede un’ondata che potrebbe portare a oltre 2 mila ricoveri al giorno e 24.700 decessi da dicembre al 30 aprile 2022. Nel peggiore fino a 74.800 morti». Alla luce di questi possibili numeri gli esperti sottolineano quindi la necessità di nuove strette.
Il team fa parte anche dello Scientific Pandemic Influenza Group on Modeling (SPI-M) e dello Scientific Advisory Group for Emergencies (Sage): nella ricerca elaborata ha utilizzato dati sperimentali per esaminare la potenziale trasmissibilità di Omicron e l’impatto sul Paese in vista del nuovo anno. E il quadro sembrerebbe piuttosto chiaro: «Anche nello scenario più ottimistico, e quindi in caso di un basso impatto della variante sui vaccini, indossare la maschera, lavorare da casa e somministrare terze dosi potrebbe non essere sufficiente per evitare i 24 mila decessi previsti». Lo scenario più pessimista preso in esame dagli esperti invece, con un elevata fuga immunitaria dai vaccini e una minore efficacia dei richiami, prevede un’ondata di infezioni che rischia di portare a un picco di ricoveri ospedalieri equivalente a circa il doppio di quello registrato a gennaio 2021. Quadro che potrebbe causare 492 mila ricoveri e quasi 75 mila morti.
«Nonostante le incertezze su Omicron queste prime proiezioni aiutano a guidare la nostra comprensione dei potenziali futuri in una situazione in rapida evoluzione», spiega Rosanna Barnard, co-direttrice della ricerca. «Il nostro scenario più pessimistico – continua Barnard – suggerisce che potremmo dover sopportare restrizioni più rigorose per garantire che il servizio sanitario nazionale non sia sopraffatto». Per questo Barnard invita il governo a farsi ancora più consapevole dell’importanza di decisioni da prendere nell’immediato.
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