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Patrick Zaki, l’abbraccio all’Italia e alla sua Bologna: «Grazie a tutti gli italiani… Mattina di libertà»

11 Dicembre 2021 - 11:51 Maria Pia Mazza
Il ricercatore, così come dopo la scarcerazione dopo 22 mesi di carcere, torna a ringraziare gli italiani che lo hanno supportato e dedica un pensiero a Bologna, «la mia città», dove spera di tornare presto

Così come nel giorno della scarcerazione dopo 668 giorni di carcere in Egitto con l’accusa di «diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e istigazione alla violenza e ai crimini terroristici, Patrick Zaki, il ricercatore egiziano dell’Università di Bologna, con un post dal suo account Twitter ringrazia «tutti gli italiani che mi hanno sostenuto negli ultimi due anni». E un pensiero, Zaki, lo dedica anche alla sua amata Bologna, «la mia città», dove spera presto di poter tornare. Il ricercatore dell’Unibo, infatti, non sa ancora se e quando potrà tornare in Italia. Subito dopo la scarcerazione dello scorso 8 dicembre, Zaki aveva dichiarato: «Voglio tornare in Italia il prima possibile, appena potrò andrò direttamente a Bologna, la mia città, tra la mia gente e nella mia Università». Anche la legale di Zaki, Hoda Nasrallah, ha precisato che non si sa quando il ricercatore potrà tornare in Italia: «Non possiamo conoscere se c’è un’interdizione a partire se prima non decide di viaggiare, lo sapremo in aeroporto». Insomma, Patrick Zaki sta cercando di riabituarsi alla normalità passo dopo passo nella casa della sua famiglia a Mansura, in Egitto, nella speranza di poter tornare presto in Italia e a Bologna. Una speranza, un desiderio, un augurio a cui può solo dedicare un pensiero pieno di gratitudine. Per ora.

Ma Zaki ha riattivato anche il suo account Facebook ufficiale (non ha un profilo Instagram, invece), dove ha pubblicato una foto con la sua fidanzata e scritto: «Se c’è una persona che devo ringraziare per essere ancora in piedi è la mia compagna, è la persona che mi ha sempre sorpreso con il suo infinito amore, sostegno e incoraggiamento». E lo studente egiziano dell’Unibo aggiunge: «La mia compagna ha trasformato tutta la sua vita per aiutarmi psicologicamente e per riuscire a non mancare una visita, pur sapendo che non sarebbe potuta entrare».

Foto in copertina: Twitter / @patrickzaki1

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