Remuzzi: «Una vera cura per Covid-19 ancora non c’è, ecco i farmaci con efficacia limitata»
Il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, in un colloquio con il Corriere della Sera oggi spiega che non esiste una alternativa ai vaccini per combattere la pandemia di Coronavirus. Mentre le cure ancora non ci sono: «Funzionano solo tre rimedi. Il cortisone con certe dosi e in certi momenti e la controindicazione che se sbagli fai peggio. Poi due anticorpi monoclonali che vanno somministrati insieme e hanno comunque efficacia parziale. E un farmaco che inibisce una delle citochine responsabili dell’infiammazione, sul quale i dati non sono certi. Al momento non esiste alcuna cura per la fase acuta della malattia». Remuzzi spiega che però è possibile opporsi al virus prima che il malato finisca in ospedale: «Non bisogna perdere tempo durante i dieci giorni iniziali, quando il virus si replica. La prima cosa da fare è bloccare il suo ingresso nell’organismo. Sappiamo ormai che entra tramite il recettore Ace2. Alcuni medici hanno pensato di somministrare ad alcuni volontari dell’Ace2 solubile in modo da salvaguardare quello che si trova nelle cellule. Un modo per ingannare il virus. Sembra che non abbia effetti negativi su cuore, reni e polmoni».
Ci sono poi altre strade: «Un farmaco semplicissimo, la Bromexina, uno sciroppo per la tosse, sembra fornire una protezione importante. Anche qui ci sono cinque studi in corso. Aspettiamo». Per quanto riguarda invece il Remdesivir, «in questo momento ci sono un numero importante di studi clinici che dimostrano come la sua efficacia sia limitata alla riduzione della carica virale nel naso e nella bocca. Allo stato attuale chiamarla cura sarebbe eccessivo. Per quanto riguarda Molnupiravir, l’antivirale prodotto dalla Merck, «ci sono studi clinici che dimostrano che la sua efficacia è limitata al 30% purché venga somministrato a cinque giorni dai sintomi». Mentre il Favipiravir ha dimostrato di saper bloccare Covid-19 nelle cellule in coltura ma quando è stato provato sull’uomo la riduzione della carica virale era molto attenuata. Il plasma iperimmune non funziona. «Abbiamo i vaccini. Per la Cura, quella con la C maiuscola, ci vuole ancora un po’ di pazienza», conclude Remuzzi.
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