Il Super Green pass funziona: più vaccinati. Ma i contagi crescono nelle scuole e i No vax tengono duro con i test
Il Super Green pass funziona. Sono 5,1 milioni le somministrazioni di vaccino dall’inizio di dicembre. Ed è boom anche per gli scaricamenti della Certificazione Verde Covid-19, ora disponibile in due modi: base o rafforzata. E infatti da quando il governo Draghi il 6 dicembre scorso ha deciso la stretta impedendo ai non vaccinati di partecipare a molte attività sociali i numeri dicono che i vaccinati sono in aumento. Quasi un milione il giorno prima dell’ok al decreto sul Super Green pass. E ancora: quasi 514 mila l’8 dicembre, quasi 546 mila il 9, 574 mila l’11. Una crescita che incorpora quelli che sono stati convinti dalle limitazioni a cui sarebbero stati sottoposti. Ma non solo, visto che chi ha deciso di sottoporsi all’inoculazione deve attendere due settimane prima di scaricare il certificato.
Gli irriducibili del tampone
Nei prossimi giorni, spiega oggi il Corriere della Sera, il numero resterà alto visto che comprenderà anche chi ha ricevuto la seconda e la terza dose. E anche se non si sta riducendo la quota di chi ottiene il Green pass con il tampone antigenico o molecolare. Segno che c’è una quota di irriducibili che non si è fatta convincere dalla stretta e, probabilmente, non si farà suggestionare nemmeno dagli allarmi sul lockdown per i No vax. E questo perché la Certificazione è comunque indispensabile per andare a lavorare. Poi ci sono i controlli. Che hanno portato finora a più di tremila multe per chi era sprovvisto di certificato. Intanto c’è già la fila per i vaccini ai bambini. Repubblica conta quasi 25 mila prenotazioni in Lombardia, 15 mila in Piemonte e Toscana. Sono le tre regioni che faranno da apripista alla campagna pediatrica che partirà giovedì dopo la distribuzione del primo milione e mezzo di dosi. Nelle altre regioni la prenotazione è al via da stamattina. Sono 3,6 milioni i bambini tra i 5 e gli 11 anni che potranno ricevere il vaccino Pfizer che verrà somministrato dai pediatri di base, in corsi speciali negli hub e in ospedale per i più fragili. In più anche i bambini avranno il Green pass. Lo ha fatto sapere ieri il ministero della Salute confermando che però non saranno controllati da subito, ma al compimento dei 12 anni.
Le classi in quarantena
Intanto i contagi aumentano nelle scuole. Le classi in quarantena sono arrivate a diecimila. L’obbligo negli istituti scolastici, spiega oggi La Stampa, sta creando qualche problema: «La norma non è chiara su come ci si dovrà comportare con chi è esente – spiega al quotidiano Cristina Costarelli, presidente dei presidi del Lazio – Si dice che dovranno essere assegnati ad altre mansioni ma non si sa quali siano. Avremo difficoltà a trovare i supplenti per le incertezze sui tempi della regolarizzazione di chi non è vaccinato. Non sappiamo ancora nemmeno come faremo i controlli perché il software non è stato aggiornato. Speriamo che il ministero dell’Istruzione faccia chiarezza presto». Antonello Giannelli, presidente dei presidi italiani, sottolinea che «i problemi riguarderanno una minoranza». Ovvero i circa 40 mila insegnanti non vaccinati perché esenti o per altri motivi. «Le difficoltà – ricorda – si incontreranno soprattutto al Nord dove è più alta la quota di non vaccinati e dove è più complicato trovare persone che possano garantire una sostituzione, in particolare nelle materie scientifiche».
Lo stato d’emergenza
Intanto entro dieci giorni è attesa la decisione di Mario Draghi sullo stato d’emergenza. Il consigliere del ministero della Salute Walter Ricciardi si è schierato per la proroga, ma nel governo la decisione non è stata ancora presa. Prima di muoversi il presidente del Consiglio vuole attendere l’effetto del decreto del 6 dicembre. E siccome per un’analisi compiuta ci vogliono i canonici quindici giorni, una decisione potrebbe arrivare a ridosso di Natale. L’alternativa è quella di individuare un percorso legislativo che permetta di mantenere la struttura commissariale senza legislazione d’emergenza. Intanto ieri il presidente della Conferenza delle regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha definito non necessaria una eventuale proroga dello stato d’emergenza: «Abbiamo la possibilità di legiferare anche con decreti d’urgenza su temi specifici e su questo si può lavorare. Se servono delle misure ad hoc – personale sanitario aggiuntivo con gli specializzandi o sostegni per le Rsa – possiamo prendere dei provvedimenti mirati svincolati dallo stato di emergenza», ha detto il presidente delle Regioni.
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