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Abrignani (Cts): «Senza obbligo vaccinale non usciremo più dalla pandemia»

14 Dicembre 2021 - 06:41 Redazione
sergio abrignani cts
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L'immunologo: la proroga dello stato di emergenza è basata sui fatti. Se non lo fermiamo Sars-CoV-2 probabilmente non se ne andrà mai

L’immunologo e componente del Comitato Tecnico Scientifico Sergio Abrignani vuole l’obbligo vaccinale. E sostiene che questa sia l’unica soluzione per uscire dalla pandemia di Coronavirus. Proprio per questo approva la proroga dello stato di emergenza decisa dal governo Draghi: «È una decisione politica, basata sui fatti. Questa emergenza il Sars CoV-2 la sta prolungando più di quanto si potesse immaginare. Siamo noi a inseguire lui, non il contrario». Ma proprio per questo, secondo il professore, è necessario imporre l’obbligo vaccinale: ««Se vuoi controllare una malattia infettiva pandemica e hai a disposizione un vaccino che funziona bene, la regola aurea è darlo a tutti i suscettibili. Quindi, per la prima volta ci troviamo di fronte alla necessità di immunizzare miliardi di persone in breve tempo. Se non lo facciamo, il Sars-CoV-2 probabilmente non se ne andrà. Si trasmette per via respiratoria, e alle ultime varianti (Delta e Omicron) basta un niente per contagiare. Per quante accortezze e protezioni si mettano in atto, non puoi evitarlo. Quando una malattia è altamente diffusiva come questa non vaccinare tutti è volersi fare del male».

Abrignani è naturalmente d’accordo con l’estensione dell’obbligo vaccinale alle forze dell’ordine e al personale scolastico: «Io vedo la vaccinazione anti-Covid come un dovere civico e sociale. Penso che certe categorie per il ruolo pubblico che rivestono non possano sottrarsi. Mi sembrerebbe paradossale che chi tutela l’ordine pubblico non cerchi di mitigare le possibilità di contagio e che insegnanti e professori non diano un buon esempio di educazione civica». Infine, due battute sulla nuova mutazione: «Non abbiamo ancora i dati per arrivare a conclusioni sulla morbidità e letalità della variante. Non è escluso che il nuovo ceppo possa incidere sull’efficacia del vaccino e richiedere l’uso di un vaccino dedicato. Non siamo noi che cambiamo idea, è il virus che cambia e noi lo inseguiamo. Davanti al virus del Covid anche il mondo “sviluppato” si è scoperto fragile perché terribilmente esposto ad una malattia infettiva».

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