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Vaccinare i bambini? «Un dovere, nonostante le paure». I genitori alla prova delle somministrazioni per i figli – Il video

Al via la campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni. Tra dubbi e certezze, genitori, nonni e maestre si raccontano alle telecamere di Open

Da oggi, 16 dicembre, l’Italia è partita con la somministrazione dei vaccini anti Covid ai bambini nella fascia tra i 5 e gli 11 anni. Il Lazio ha deciso di fare da apripista, anticipando di un giorno l’apertura. Ieri, 100 bambini sono stati vaccinati all’ospedale Spallanzani di Roma, da medici vestiti da clown. Lo hanno fatto «con il sorriso sulle labbra», ha detto il presidente della regione Nicola Zingaretti, invitando i genitori «a vaccinare i piccoli perché è un atto d’amore». Alto Adige e Valle d’Aosta, invece, partiranno più tardi, rispettivamente il 18 e il 20 dicembre. Le prenotazioni sono già molte: il 13 dicembre è stato il giorno di apertura delle prenotazioni per la fascia 5-11 anni e già nelle prime ore la risposta è stata molto positiva. In due ore, il Lazio ha registrato 19 mila richieste sul portale della regione; la Lombardia, il primo giorno, ha raccolto 63 mila prenotazioni. Fanno più fatica le regioni del Sud, come la Campania, che nella prima giornata ha registrato solo 3 mila prenotazioni.

Dubbi e incertezze per i genitori, ma l’Istituto superiore di sanità fa sapere: «Il vaccino per i più piccoli è sicuro». Ai bimbi è riservato il vaccino mRNA pediatrico Pfizer, autorizzato dall’Agenzia europea per i medicinali e dall’Agenzia Italiana del Farmaco. La priorità viene data ai soggetti più vulnerabili e ai bambini a stretto contatto con soggetti immunodepressi o a elevata fragilità al Covid. Le due dosi devono essere somministrate a 21 giorni di distanza l’una dall’altra. Le telecamere di Open sono andate fuori dalle scuole di Milano per ascoltare l’opinione di genitori, nonni e maestre. «Sono una vaccinata con terza dose – ci racconta un’insegnante dell’istituto comprensivo Spiga di Milano – Però non farò vaccinare mia figlia di 9 anni. È ancora troppo piccola». Altri, nonostante i timori, hanno deciso di prenotare il vaccino per i propri bambini: «Sono un po’ turbato – dice un papà all’uscita della scuola -Ma farò vaccinare mio figlio. È giusto così, è una responsabilità sociale».

Qualcuno, invece, non ha dubbi: «Ho già prenotato la vaccinazione per i miei bambini – racconta una mamma -. Il Covid colpisce anche i più piccoli, è importante che anche loro siano al sicuro». Senza mascherina, un papà aspetta l’uscita di suo figlio: «Non sono vaccinato e non farò vaccinare mio figlio. Il vaccino è ancora in fase sperimentale e non me la sento di rischiare», dice. In realtà, un vaccino è «sperimentale» solo nelle sue fasi iniziali di test e sviluppo, quando viene commercializzato significa che ha superato tutti i livelli di sicurezza. Questo vale per le dosi somministrate agli adulti quanto per quelle dedicate ai bambini, un terzo della dose normale. Una mamma conclude lanciando un appello: «Fate il vaccino ai vostri figli: per voi, per loro e per tutti».

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