Molestò una collega in hotel, il procuratore di Firenze Creazzo punito dal Csm
Perdita di due mesi di anzianità. È questa la sanzione dalla Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura inflitta al procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, accusato dalla magistrata Alessia Sinatra, sostituto procuratore di Palermo, di averla molestata sessualmente nel 2015 nell’Hotel Isa di Roma, dove era in corso un’iniziativa della corrente Unicost, di cui entrambi fanno parte. Sinatra non aveva sporto denuncia per molestie, ma la vicenda era emersa dalle intercettazioni dell’inchiesta sul caso Palamara. Il procedimento disciplinare contro Creazzo si era aperto lo scorso luglio. Il procuratore fiorentino è stato sanzionato per aver «leso la propria immagine e il prestigio dell’intera magistratura», mentre è stato assolto dall’altro capo d’incolpazione, ossia la «violazione del dovere di correttezza ed equilibrio comportamento gravemente scorretto» nei confronti della magistrata.
Una sanzione ritenuta «ingiusta» dallo stesso procuratore Creazzo che ha già annunciato ricorso in Cassazione, dichiarandosi «innocente» e definendo la sentenza «una decisione conforme alla condanna mediatica che avevo già subito allo scoppiare della notizia». Il legale difensore della sostituto procuratore di Palermo, invece, ha contestato l’eccessiva leggerezza della sanzione decisa dal Csm per il procuratore fiorentino. Il giurista Mario Serio, avvocato di Sinatra, ha osservato: «Indipendentemente dal giudizio, che non spetta a noi, sulla pronuncia della Sezione disciplinare e sulla congruità della sanzione inflitta con riguardo alla levatura del bene tutelato, resta forte e grave l’impressione che la Magistratura italiana e il suo organo di governo debbano proseguire ancora a lungo nella strada dell’acquisizione di una maggior consapevolezza del valore della dignità della donna nell’ambiente di lavoro giudiziario e dell’adeguatezza della relativa tutela».
Le accuse contro Creazzo
Il procuratore è accusato di «avere compiuto atti sessuali, che erano consistiti in abbracci, nello stringere a sé la vittima, nel palpeggiarle il seno e nel baciarla più volte con la lingua nel tentativo di farle aprire la bocca, accompagnando tali gesti con le parole “ti desidero…vieni nella mia stanza..ti prego”», «approfittando dell’assenza di altre persone e agendo con rapidità di azione in modo da sorprendere e superare insidiosamente le capacità reattive di difesa» della procuratrice Sinatra.
Foto in copertina d’archivio: ANSA / MAURIZIO DEGL’INNOCENTI
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