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Terremoto in Lombardia, Doglioni (Ingv): «Sono fenomeni abbastanza rari, ma ci saranno sempre» – L’intervista

18 Dicembre 2021 - 13:56 Maria Pia Mazza
Il presidente dell'Ingv a Open: «Questi eventi devono ricordarci di fare prevenzione a prescindere, rinforzando gli edifici pubblici e le nostre case»

La forte scossa di terremoto avvenuta oggi, 18 dicembre, in Lombardia alle 11.34, con epicentro nel comune di Bonate Sotto, in provincia di Bergamo, a una profondità di 26 chilometri, e a cui ha fatto seguito una seconda scossa di magnitudo 2.2 con epicentro a Osio Sotto è un «evento legato alla convergenza tra la placca Adriatica e la placca Europea verso le Alpi, che si stanno comprimendo di circa 1 millimetro l’anno e questo determina questi fenomeni che possono essere abbastanza rari, ma ci sono e ci saranno sempre», come spiegato dal professor Carlo Doglioni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

Professor Doglioni, che tipo di terremoto è stato?

«Si tratta di terremoti di tipo compressivo, perché c’è una convergenza tra la placca Adriatica e quella Europea. Nel caso specifico del terremoto odierno, data la profondità, si sono verificati pochi danni, anche perché la magnitudo è stata leggera. Questo però non esclude che ci possano essere terremoti di magnitudo maggiore. L’Istituto sta monitorando come evolve la frequenza».

Quali sono le principali caratteristiche del fenomeno odierno?

«È un terremoto che viene definito leggero. In Italia eventi di questo tipo avvengono anche 20 volte l’anno. Il sisma in Lombardia è stato abbastanza profondo, il che significa che l’energia che arriva in superficie in maniera minore, ma viene risentito in una zona superficiale molto ampia».

Essendo avvenuto a bassa profondità e con una bassa magnitudo non dovrebbe aver causato danni, è corretto?

«Esatto, non ci aspettiamo che abbia fatto particolari danni, proprio perché è stato profondo. Questo però non esclude che l’area interessata faccia comunque parte di una zona sismica, seppure a basso rischio, e che quindi possano esserci delle cosiddette repliche, cioè degli eventi successivi a quello principale. Sono eventi comunque naturali, e finora ce n’è stato uno di magnitudo 2.2 in provincia di Bergamo».

In passato si sono verificati eventi simili in questa zona?

«Si sono registrati eventi simili principalmente nella zona Est della Lombardia, come nella zona del Lago di Garda e nella Franciacorta, dove si è verificato un evento di magnitudo 4.2 nel 2002. Andando a ritroso nel tempo, nella zona del Lago d’Iseo si è registrato un evento sismico di 4.3 nel 1979, nella Bergamasca, sempre nel 1979, un evento sismico con magnitudo 4.7-4.8, mentre nel 1961 nella zona delle Prealpi Bergamasche si è registrato un sisma di magnitudo 4.8. Avvicinandoci al Lago di Garda la magnitudo aumenta un poco: ad esempio, nel 1901, si è registrato nella zona un evento di magnitudo 5.4».

Cosa devono insegnarci questi eventi anche in aree a basso rischio?

«La Lombardia è comunque soggetta a questa convergenza tra la placca Adriatica ed Europea, e gli eventi sismici di magnitudo compresa tra 4 e 5 sono relativamente frequenti. Quindi questo tipo di terremoti devono essere uno stimolo a ricordare che comunque anche la Lombardia, come altre aree del paese, ha una sua sismicità naturale e ogni tanto possono verificarsi terremoti. Questo deve però ricordarci di fare prevenzione a prescindere, rinforzando gli edifici pubblici, le nostre case, sia internamente, sia esternamente, anche nelle zone a basso rischio sismico».

Foto in copertina: ANSA / CESARE ABBATE

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