Serbia, le proteste contro la miniera di litio non si fermano: manifestanti sotto la sede del governo – Le immagini
«Stop agli investitori, salviamo la natura». Terzo sabato di proteste a Belgrado contro l’apertura di una grande miniera di litio ad opera del gruppo industriale Rio Tinto, prevista nell’ovest della Serbia. A differenza di quanto accaduto nelle due occasioni precedenti, gli ambientalisti di Rivolta ecologista (il movimento più radicale del campo ambientalista) non hanno organizzato blocchi stradali, ma hanno tenuto solo una manifestazione di un’ora davanti alla sede del governo. Questo anche in virtù di un primo successo arrivato nei giorni scorsi, quando, proprio a fronte delle continue proteste, le autorità locali di Loznica hanno deciso di sospendere il progetto, passando la palla al governo centrale. I partecipanti alle manifestazioni denunciano il pesante impatto che lo sfruttamento della miniera avrebbe sull’ambiente e sulla salute dei cittadini della regione. Il litio è un elemento indispensabile nella fabbricazione delle batterie per le auto elettriche, un settore in enorme espansione che arricchisce di contraddizioni la transizione ecologica in atto negli ultimi anni.
Il portavoce del movimento ha minacciato un aumento delle proteste dopo il periodo delle festività se entro il Natale ortodosso del 7 gennaio non verrà definitivamente cancellato il progetto. Il presidente serbo Aleksandar Vučić era andato la scorsa settimana nella zona interessata per incontrare e parlare con le popolazioni direttamente coinvolte, assicurando che nessuna decisione sarebbe stata presa senza ascoltare prima la loro opinione. I pareri degli abitanti erano stati in larga parte critici, e Vučić aveva annunciato successivamente un cambio di posizione del governo sull’intero progetto e sui rapporti con Rio Tinto. Inizialmente, il governo aveva appoggiato lo sfruttamento della miniera di litio, sottolineando le ricadute positive in termini di entrate economiche e posti di lavoro. Nonostante i tentennamenti sulla miniera, gli ambientalisti aspettano a cantare vittoria in virtù del rapporto storicamente complicato tra Vučić e ambiente. Durante la crisi energetica di questi mesi, il presidente serbo ha ignorato gli appelli dell’Unione Europea di ridurre le emissioni di CO2, continuando e persino aumentando le estrazioni di carbone per le centrali elettriche.
December 18, 2021
Immagine di copertina: EPA/ANDREJ CUKIC
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