Tamponi ai vaccinati, obbligo per il lavoro, feste vietate: come sarà il decreto di Natale del governo Draghi
Una cabina di regia convocata per il 23 dicembre. In tempo per la stretta di Natale e Capodanno. Con l’incubo dei contagi che potrebbero arrivare a 50 mila se la variante Omicron continuerà a correre ai suoi ritmi. Mentre l’Europa torna a blindarsi, il governo Draghi punta a un divieto nazionale per feste, concerti e assembramenti di piazza. Ma anche a introdurre il test del tampone ai vaccinati per gli eventi come cinema e teatri (e non più per quelli con oltre 5 mila spettatori). E a raccomandare un numero chiuso e piccolo di presenti alle cene e ai pranzi delle feste. Mentre è in arrivo anche l’obbligo vaccinale per altre categorie di lavoratori. E forse per tutti, se le previsioni sui contagi si avvereranno.
Una stretta necessaria
Prima di tutto i dati. Ieri il bollettino del ministero della Salute sull’emergenza Coronavirus contava più di 28 mila contagi. Ma a preoccupare il governo ci sono anche i numeri della variante che viene dal Sudafrica: ieri l’Istituto Superiore di Sanità ha contato un’ottantina di nuovi casi prima che arrivasse la notizia dei dieci censiti in Toscana. Adesso la variante è presente in 13 regioni italiane. Con picchi in Lombardia e Toscana. E una previsione sul tavolo dell’esecutivo. Che prevede 45 o addirittura 50 mila contagi al giorno la prossima settimana. Spiega oggi Repubblica che il giorno prima della convocazione della Cabina di Regia il ministero della Salute effettuerà una flash survey su Omicron. Che potrebbe indicare una presenza del ceppo in Italia pari al 15 o al 20%. Spingendo quindi il governo a prendere delle decisioni.
Quali? Prima di tutto è probabile che le nuove norme non entrino in vigore prima del 25 dicembre. Anzi. È più probabile che siano valide a partire dalla settimana che porta a Capodanno. Il governo vieterà concerti ed eventi pubblici, feste all’aperto, assembramenti di piazza e ogni altra possibile occasione di contagio. Imporrà l’obbligo di mascherine all’aperto. E, soprattutto, imporrà un test del tampone rapido per accedere ai locali ad alta densità. Come le discoteche, i teatri, i cinema e gli altri eventi simili. Come aveva suggerito nei giorni scorsi il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Franco Locatelli. La misura avrebbe costi forse insostenibili per i gestori. Che alla fine potrebbero arrendersi e decidere di chiudere per non sottostare alle regole.
Il coprifuoco alle 23
C’è anche un’altra ipotesi sul tavolo. Ed è quella di riportare in auge il coprifuoco alle ore 23 per tutto il periodo delle festività. Ma si tratta di un’idea ancora senza decisioni. E costituirebbe un clamoroso passo indietro rispetto alla linea delle riaperture promulgata da ampi settori della maggioranza che tiene in piedi il governo. A gennaio invece il governo potrebbe estendere il Super Green pass per i trasporti a lunga percorrenza. Con l’obbligo vaccinale per i dipendenti della pubblica amministrazione e per tutti i dipendenti a contatto con il pubblico. I non vaccinati sarebbero quindi costretti a immunizzarsi oppure a restare a casa. Con il rischio di perdere il lavoro.
Poi c’è la proposta di estendere la Certificazione Verde Covid-19 alle scuole. Portata avanti da alcuni sindaci. Ma considerata un pericolo per il diritto allo studio dai sindacati. Ciò nonostante, sia Roberto Speranza che Patrizio Bianchi non hanno chiuso la porta all’ipotesi. Che quindi rimane sul tavolo. Anche se ad oggi nulla è deciso. E visto che le scuole chiudono la prossima settimana, il governo avrà tempo fino ai primi giorni del 2022 per decidere. E per dare tempo ai genitori per organizzarsi. Perché un tampone ogni due giorni per chi non è vaccinato costituisce in ogni caso una spesa non indifferente. Tanto che si pensa anche di rendere gratuito, soltanto in questi casi, il test.
Il nuovo lockdown
Il Corriere della Sera scrive oggi che in una seconda fase, se la curva epidemiologica dovesse continuare a salire, potrebbe rendersi inevitabile rendere obbligatorio l’obbligo vaccinale a tutti i lavoratori. Con lo stesso schema usato per il personale sanitario, quello scolastico e per le forze dell’ordine. In questo scenario il Green pass «rafforzato» potrebbe diventare necessario per autobus o metropolitana. Sembra invece escluso che il lasciapassare venga imposto per andare al ristorante e in tutti gli altri locali dove si mangia al chiuso. Il governo ritiene che le attuali regole siano sufficienti per proteggere dalla circolazione del virus in questi luoghi. La scelta di convocare la cabina di regia per il 23 rende improbabile che la nuova stretta scatti a Natale. Ma sicuramente entrerà in vigore prima di Capodanno. Per avere la certezza che i veglioni siano in sicurezza.
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