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Coronavirus, l’appello dell’Oms: «Il 2022 sia l’anno che mette fine alla pandemia»

20 Dicembre 2021 - 18:15 Redazione
Tedros Ghebreyesus, direttore dell'Oms, mette comunque in guardia dalla variante Omicron. Al momento è stata trovata in 89 Paesi del mondo

Il direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha tenuto un discorso sulle misure da prendere per le feste natalizie per il nuovo anno. Un discorso con cui si augura che il 2022 sia l’ultimo anno in cui il Covid sarà protagonista delle cronache di tutto il mondo: «Il 2022 deve essere l’anno in cui mettiamo fine alla pandemia». Ghebreyesus ha lanciato anche un appello per le feste natalizie, un momento in cui rischiano di crearsi nuovi contagi a causa degli assembramenti: «Un evento annullato è meglio che una vita di meno. Siamo tutti stanchi di questa pandemia e vogliamo tutti passare più tempo con le nostre famiglie e amici, vogliamo tornare alla vita normale. Il più rapido modo di farlo è di prendere le decisioni difficili per proteggere noi stessi e gli altri. In alcuni casi, si tratta di annullare o posticipare eventi».

Solo due giorni fa l’Oms aveva pubblicato un report sulla diffusione della variante Omicron. La nuova forma di Coronavirus sarebbe al momento diffusa tra 89 Paesi di tutto il mondo, con un numero di casi registrati che raddoppia costantemente in uno spazio di tempo compreso tra 1,5 e 3 giorni. Una diffusione di cui ancora non è chiara la causa, come ha affermato l’Oms in una nota: «Omicron si sta diffondendo rapidamente nei Paesi con alti livelli di immunità della popolazione, ma non è chiaro se ciò sia dovuto alla capacità del virus di eludere l’immunità, alla sua intrinseca maggiore trasmissibilità o a una combinazione di entrambi». Sempre Ghebreyesus ha spiegato anche che la sconfitta della pandemia passa dalle vaccinazioni in tutti i Paesi, anche quelli dove le percentuali di vaccinati sono ancora basse: «Se vogliamo porre fine alla pandemia l’anno prossimo dobbiamo porre fine all’iniquità e far si che il 70 per cento della popolazione in ogni Paese sia vaccinata entro la metà dell’anno prossimo».

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