«Mi ha confessato di avere ucciso Diabolik»: nelle carte dell’inchiesta le testimonianze e le foto che inguaiano Calderon
Raul Esteban Calderon è il principale indagato dell’omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, narcotrafficante e capo ultrà della Lazio. Nell’ordinanza per il fermo emessa dal gip di Roma su richiesta della Procura, emergono numerosi dettagli che aggravano la posizione del 50enne di origine argentina. Il giudice parla di «gravi indizi di colpevolezza», e, in merito alle modalità dell’omicidio, descrive una «particolare perizia nell’uso delle armi», una «grande capacità di organizzazione» e l’«inserimento in un contesto criminale di altissimo livello». Il fermo di Calderon è motivato da tre elementi fondamentali: le riprese dell’omicidio, le intercettazioni telefoniche e le testimonianze di alcune persone a lui vicine. Da alcune registrazioni ambientali, inoltre, sembrerebbe che Calderon si stesse organizzando per «futuri fatti di sangue».
1. Il video dell’agguato, dell’omicidio e della fuga
L’elemento più importante nell’accusa a Calderon è il video acquisito dalle telecamere intorno alla zona del parco degli Acquedotti di Roma, dove Piscitelli è stato ucciso da un colpo di pistola il 7 agosto del 2019. Il gip descrive la dinamica nei dettagli grazie all’aiuto delle immagini. «Il killer è in abbigliamento da runner», scrive, «e si confonde tra le persone» presenti.
Tra gli elementi sottolineati c’è dunque il vestiario dell’assassino, soprattutto una fasciatura «bianca e vistosa» al polpaccio, che andrebbe a coprire, secondo la procura e il giudice, un tatuaggio uguale a quello di Calderon.
Il perito che ha esaminato le immagini dell’omicidio e altre riguardanti l’indagato, ha concluso che esiste una «chiara compatibilità tra Raul Calderon e l’omicida» di Diabolik.
Le foto
2. Le intercettazioni
Uno dei principali intercettati è Enrico Bennato, fratello del boss Leandro, attualmente in carcere, che controlla la piazza di spaccio di Primavalle. Nelle registrazioni, il gip afferma di sentire Enrico Bennato rivelare all’interlocutore che a «commettere l’omicidio Piscitelli è stato Calderon, che aveva poi partecipato a un secondo omicidio, avvenuto il mese successivo a Torvajanica».
«Ha ammazzato Diabolik, lo sa tutta Roma»
Uno dei passaggi più espliciti, Bennato parla al telefono con una persona, parlando di Calderon come di Francisco (come aveva già, provatamente, fatto altre volte). Bennato dice: «L’ho mandato via in Spagna. Ha ammazzato Diabolik, lo sa tutta Roma. Le guardie, però, non hanno le prove».
3. Le testimonianze: «Mi ha confessato di averlo fatto»
Nelle carte emergono poi le testimonianze di persone particolarmente vicine a Calderon. Una di queste, nello specifico, racconta della confessione fattale dall’uomo poco dopo l’omicidio di Diabolik. Calderon avrebbe ammesso al testimone anche di aver usato la pistola 9X21 per commettere il delitto, commissionato dallo stesso Leandro Bennato. Con Bennato, Calderon avrebbe concordato anche commissioni future, per un compenso di 4 mila euro al mese.
Leggi anche:
- «Tutta Roma sa che l’ha ammazzato lui»: il killer di Diabolik tradito dalle intercettazioni e dalle foto
- Omicidio Diabolik, arrestato il killer del capo ultras della Lazio Piscitelli
- Era Diabolik il garante della pax mafiosa a Roma – Le intercettazioni
- Roma, nuovo arresto per il braccio destro di Diabolik: altra accusa di spaccio mentre è già in carcere
- Grande raccordo criminale, c’era Diabolik a capo dell’organizzazione di narcotrafficanti – Il video
- Omicidio Diabolik, la pista politica di Gaudenzi non convince: si indaga per omicidio aggravato dal metodo mafioso