Vaccini, il governo verso l’anticipo della terza dose a 4 mesi dalla seconda: si attende il via libera dell’Aifa
Il governo è pronto ad anticipare la terza dose di vaccino anti Covid, da 5 a 4 mesi dalla seconda. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha annunciato che tra le varie misure al vaglio del governo, e sul tavolo della cabina di regia di domani, c’è «l’anticipo della terza dose perché sappiamo che dopo cinque mesi cala l’efficacia del vaccino, e magari si potrà anticiparla, o ci sarà la possibilità di aprire le prenotazioni per alcune fasce d’età», che attualmente non possono ancora accedere alla dose booster, ossia i giovani di età compresa tra i 12 e 18 anni. L’ipotesi di anticipare la terza dose, già esaminata a livello tecnico e per la quale si attende il via libera dell’Aifa, sarebbe – secondo quanto si apprende da fonti qualificate – di prossima approvazione.
Durante la conferenza stampa di oggi, Mario Draghi ha detto: «I vaccini restano lo strumento di difesa migliore dal virus, l’evidenza scientifica ci dice che il vaccino funziona molto bene, perciò invito tutti i cittadini a continuare a vaccinarsi e fare la terza dose». E però, ha proseguito il premier, «se la pandemia dovesse peggiorare ancora, quella dell’obbligo di vaccinazione anti-Covid sarà una questione che il governo dovrà discutere a brevissimo». Insomma, sarà necessario «prepararsi al peggio», qualora la curva dei contagi dovesse continuare a crescere e «sarà fondamentale agire d’anticipo con misure e restrizioni» per contenere la diffusione del virus e le misure verranno discusse domani, 23 dicembre, durante la cabina di regia, «sulla base dei dati», ha sottolineato il premier.
Mantovani su ipotesi terza dose a 4 mesi: «Non ci sono rischi»
«Adesso bisogna giocare d’anticipo sul virus, e trovo giusta la decisione di anticipare la terza dose di vaccino a 4 mesi dalla seconda: allacciamo le cinture di sicurezza, solo così potremo mettere in protezione noi stesse, la società e il sistema sanitario nazionale». Commenta così l’ipotesi di anticipare l’intervallo tra seconda dose e terzo richiamo da 5 a 4 mesi il professor Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano. E il professor Mantovani aggiunge: «È bene giocare d’anticipo adesso: non ci sono rischi ad anticipare la terza dose eventualmente a 4 mesi, è una decisione saggia, perché bloccare la malattia grave e la morte è importante per gli individui, ma anche per il servizio sanitario nazionale».
E a beneficiare della riduzione dell’intervallo di tempo tra seconda e terza dose da 5 a 4 mesi potrebbe esserci anche la platea dei giovani di età compresa tra gli 11 e 17 anni. In tal senso il professor Mantovani, ai microfoni di SkyTg24, osserva che la dose booster per gli under 18 «in questo momento non è prevista in nessun altro paese, ma sospetto sia necessaria, perché non vedo grande differenza tra un ragazzo di 16 anni e uno di 18, 19 o 20: aspettiamo però di avere dati. In qualsiasi caso – prosegue – con due dosi li proteggiamo da malattia, morte e, in parte, dal possibile contagio». E dinanzi all’esitazione vaccinale che porta molti a non immunizzarsi contro il Covid, il professor Mantovani ribadisce con forza che «il vaccino non è sperimentale, l’effetto collaterale raro di miocardite non se ne è visto uno tra 6 milioni di vaccinati sotto 16 anni negli Usa e i vaccini non causano sterilità, né modificazioni genetiche».
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