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Il nuovo decreto di Draghi: le regole per Natale, i divieti di Capodanno e la paura per il picco di contagi a gennaio

decreto natale governo draghi capodanno
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Domani il decreto che entrerà in vigore dal 27 dicembre. La stretta contro il virus e l'ipotesi di misure drastiche per i No vax. Mentre il picco della variante Omicron deve ancora arrivare

Il governo Draghi varerà domani il decreto che porterà divieti e restrizioni a Capodanno ed entrerà in vigore a partire dal 27 dicembre. Sul tavolo del premier c’è il boom di contagi, che ieri ha sfondato quota 30 mila in un giorno. E il sospetto che il peggio debba ancora arrivare. Perché se oggi il boom di positivi è dovuto alla Delta, questo significa che il picco della variante Omicron arriverà a gennaio. Per questo Draghi vuole giocare d’anticipo. La stretta quindi ci sarà. E secondo alcuni giornali potrebbe prevedere anche misure drastiche per i non vaccinati. Compreso il coprifuoco. Mentre tra gli italiani si è scatenata la corsa al tampone di Natale. E gli esperti danno consigli per un cenone senza rischi.

La stretta contro il virus

Il decreto 23 dicembre potrà contenere il via libera alla terza dose dopo quattro mesi, fa sapere oggi il Corriere della Sera. E, di conseguenza, una riduzione della durata del Green pass a sei mesi. Se non cinque. Il tampone ai vaccinati sembra invece essere previsto per ora soltanto per i grandi eventi. Mentre le feste di Capodanno potrebbero essere tutte annullate, seguendo le disposizioni dei sindaci delle grandi città. Il quotidiano spiega che il coprifuoco non verrà imposto per tutti, ma è aperta la discussione sulla possibilità di imporlo ai No vax. Mentre per quanto riguarda l’obbligo vaccinale, l’idea è di imporlo ai lavoratori a contatto con il pubblico e a tutti quelli della pubblica amministrazione.

Ci saranno anche le raccomandazioni per il cenone di Natale. Si consiglierà di evitare assembramenti e contatti con i non vaccinati. Niente abbracci, come già consigliato dagli esperti, areazione dei locali dove si svolgeranno le feste e massima attenzione ai più fragili, ovvero i malati e gli immunodepressi. La stretta prevede anche che d’ora in poi alcune attività potrebbero essere permesse soltanto a chi ha fatto la terza dose. Si parla di rendere il Green pass rafforzato obbligatorio per ristoranti al chiuso, cerimonie pubbliche, cinema e teatri. Mentre c’è anche un problema da risolvere sulla Certificazione Verde Covid-19. Quello che riguarda coloro che lo vedranno scadere per decreto perché si sono immunizzati più di sei mesi fa.

Le regole di Natale

O perché sono senza terza dose: La Stampa calcola oggi che si parla del 32,3% degli ultraottantenni, pari a un milione e 477 mila persone, il 50,5% degli over 70, ossia 3 milioni e 39 mila teste e il 59,8% dei sessantenni, altri 4 milioni e 159 mila, per un totale appunto di 9 milioni. Repubblica anticipa oggi che per effetto del nuovo decreto le mascherine dovranno essere indossate anche all’aperto, la durata del Super Green Pass verrà ridotto a sei mesi e gli eventi di piazza scoraggiati, così come le feste in discoteca, ma senza lockdown né chiusure generalizzate. Mentre, secondo il quotidiano a meno che la situazione non precipiti, non sarà richiesto il tampone ai vaccinati in ristoranti, cinema e teatri.

Sui dispositivi di protezione individuale il virologo Fabrizio Pregliasco spiega che la mascherina, meglio se Ffp2, rappresenta comunque un’ulteriore barriera di fronte al virus. Quindi, se si resta 2 o 3 ore insieme in un salone chiuso, tra persone non conviventi, «è meglio tenerla prima e dopo il pasto, mentre si chiacchiera o si scartano i regali». A livello di misure igieniche, spiega il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, bisogna fare attenzione agli oggetti che passano di mano in mano, soprattutto a tavola, perché, aggiunge Pregliasco, «il restante 15% dei contagi si verifica per trasmissione indiretta: mi tocco il naso e poi, con la mano contaminata, passo l’olio a un parente». Meglio evitare buffet e posate da portata condivise.

Il picco di Delta e Omicron

La survey del ministero della Salute su Omicron intanto dovrà verificare la penetrazione della nuova variante nel nuovo paese. Ma intanto c’è chi, come il fisico Roberto Battiston, fa notare che il picco di questi giorni è dovuto alla Delta. «L’attuale ondata non risente ancora della nuova variante – dice oggi al Corriere della Sera – ma è conseguenza di un tasso di contagio ormai stabilmente sopra l’1,3. In questi giorni avremmo dovuto vedere un rallentamento ma non è stato così. Quindi la vera fiammata deve ancora arrivare». Ed è prevista per gennaio. Per questo sul tavolo del governo c’è anche l’obbligo vaccinale. Che finora è stato limitato a sanitari, personale scolastico, forze di polizia e forze armate.

Ma si fa strada l’ipotesi di allargarlo ad altre categorie di lavoratori, come ad esempio quelli a contatto con il pubblico. «Bisogna puntare – secondo il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, che fa sapere come le Regioni non siano ancora state convocate dal governo per la cabina di regia di giovedì – sulla terza dose e non sui tamponi per accedere ovunque: se noi diamo questi messaggi discordanti, rischiamo di non proteggere i cittadini». Anche per il governatore della Toscana Eugenio Giani, la misura «rischia di offrire sponde ad una impostazione no vax». Sono mesi, conclude il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, «che spieghiamo alla gente di vaccinarsi per evitare il tampone, perché così indossa una corazza per sé e per gli altri. Imporre il tampone in maniera generalizzata rischierebbe di minare questo messaggio».

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