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«Il vaccino Novavax arriva in Italia a gennaio, la pillola anti-Covid è già qui»: l’annuncio di Figliuolo

23 Dicembre 2021 - 07:46 Redazione
vaccino novavax italia gennaio
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Il generale: il nuovo preparato disponibile a partire dalla fine del mese. L'Aifa: «Uno strumento ideale»

Il vaccino Novavax sarà disponibile a partire dalla fine del mese di gennaio. A dirlo oggi è il commissario straordinario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo. Mentre Patrizia Popoli dell’Aifa conferma tutto. Figliuolo in un’intervista rilasciata al Messaggero ha anche annunciato che è arrivato il farmaco di Merck: «La Struttura commissariale, su indicazione del ministro della Salute, ha acquisito un quantitativo di farmaci antivirali orali del tipo Molnupiravir e Paxlovid, pari rispettivamente a 50 mila cicli di trattamento e 200 mila cicli di trattamento. Le prime dosi dei Molnupiravir (Merck), circa 12mila trattamenti, sono arrivate ieri, in anticipo sui tempi previsti. Mentre le prime consegne di Paxlovid (Pfizer) sono attese per febbraio–marzo 2022».

Per quanto riguarda i vaccini, invece, «l’Ema, in data 20 dicembre, ha approvato il quinto vaccino per la prevenzione del Covid-19 nell’Unione Europea. Si tratta del vaccino nuvaxovid (Novavax), che è un vaccino a base proteica indicato per gli over 18. La prima tranche arriverà presumibilmente già alla fine del mese di gennaio». Una tempistica confermata da Popoli al Corriere della Sera: «Ora abbiamo uno strumento ideale per i paesi dove è difficile mantenere la catena del freddo». Novavax infatti si conserva in normali frigoriferi. Secondo Popoli, Novavax «ha mostrato un’efficacia del 90% in diversi e ampi studi clinici, testato su 50 mila volontari, 30 mila dei quali hanno ricevuto il vaccino. È stato provato anche sugli anziani. L’efficacia si mantiene costante negli ultra 65enni. Nessun evento avverso preoccupante». Riguardo alla protezione dalla Omicron, «i dati si riferiscono a una popolazione in cui questa variante non circolava. Abbiamo visto che anche con i vaccini a mRna, non provati in origine contro il nuovo ceppo, si è protetti dalla malattia grave».

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