La variante Omicron è «esplosa»: casi centuplicati, è al 25-30% dei contagi
La survey del ministero della Salute dice che la variante Omicron «è esplosa». Ovvero dallo 0,2-0,3% del totale dei contagi, in due settimane è arrivata a superare il 20%, toccando il 25-30% dei positivi in Italia. Questo è il dato che verrà portato dal ministro Roberto Speranza stamattina alla Cabina di Regia presieduta da Mario Draghi che sta lavorando al nuovo decreto Covid. E i numeri potrebbero portare a una nuova decisione sull’obbligo vaccinale. L’agenzia di stampa Ansa ieri scriveva che se la prevalenza avesse superato il 20% il governo sarebbe stato orientato a far scattare l’obbligo in tutti i luoghi di lavoro. E visto che i casi sono ormai centuplicati, ora il governo ha i numeri per decidere.
La survey del ministero su Omicron
Ad anticipare oggi i risultati della survey del ministero su Omicron è Repubblica: il quotidiano fa sapere che è il tecnico che l’ha scritta a dire che è «esplosa». Perché ha una circolazione superiore al 25% e probabilmente già vicina al 30%. Entro la fine dell’anno ci si aspetta che diventi prevalenti, ovvero che superi la metà dei casi sequenziati. E già in alcune regioni si trova al di sopra del 30%. Come in Lombardia. Dove negli ultimi giorni si verifica un aumento dei contagi (soltanto ieri 10 mila) proprio a causa della variazione “sudafricana”. Anche se non è da sola, visto che anche la Delta continua la sua corsa. Ma quella di Omicron è accelerata negli ultimi 5-6 giorni. Anche grazie ai tanti focolai. Come quelli che si sono sviluppati in Toscana, dove la variazione è al 15-20%. Nel policlinico di Careggi, fa sapere ancora il quotidiano, i casi sono saliti a quasi 200 in tre giorni. «Per ora i contagiati sembrano colpiti in modo un po’ meno violento – sostiene Mauro Pistello, direttore della Virologia di Pisa -. Dobbiamo comunque cercare di limitare la diffusione, per evitare che si sviluppino le “varianti della variante”». Anche in Emilia-Romagna la variante corre: «Stimiamo una presenza del 20%, ma i casi certi sono dieci», spiega l’assessore alla Salute Raffaele Donini. Nel Lazio invece il dato sarebbe un po’ inferiore: intorno al 15% nonostante i focolai “autoctoni” sviluppatesi durante le feste dei giovani.
Un metodo disomogeneo
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ieri all’agenzia di stampa Dire ha però detto che la survey ha un problema. Ovvero che i dati tra le regioni sono stati raccolti in modo disomogeneo. E questo potrebbe aver inficiato i risultati finali. «I numeri, come osservato nel Regno Unito, sono maggiori rispetto a quelli che indicherà la flash survey dell’Istituto superiore di sanità. Il dato che avremo sarà quindi retrodatato rispetto alla situazione che abbiamo e avremo bisogno di più indagini consequenziali per avere una reale previsione dell’andamento dell’epidemia», ha detto Sileri. E quindi: «Se dovesse essere confermato che i campioni sequenziati appartengono alla stessa catena di trasmissione e non invece casuali, come previsto dal metodo della flash survey, è chiaro che avremo dati dall’impatto scientificamente limitante. É possibile che in alcuni casi sia così ma non credo sia un fatto generalizzato, sicuramente però serve un impegno maggiore sulla ricerca delle varianti, non solo per Omicron ma per tutte. Già da questa ricerca avremo dati più elevati di quelli attesi. Dobbiamo cercare al meglio le nuove varianti».
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