Lo sfogo di Jacobs: «Se fossi americano non sarei sotto accusa. Qualcuno sta rosicando»
Marcell Jacobs è stato l’atleta rivelazione del 2021, quello che è riuscito a conquistare la ribalta internazionale grazie all’oro olimpico a Tokyo nella gara dei 100 metri. Una vittoria inaspettata che ha portato la stampa estera a scrivere di tutto e di più su di lui: dalle accuse di doping da parte dei media inglesi alle insinuazioni degli americani che lo hanno descritto come uno sconosciuto, sollevando di fatto altri dubbi. Jacobs, nato in Texas ma italiano, invece, non ha badato alle polemiche ed è andato dritto per la sua strada. In un’intervista a Repubblica ha prima di tutto smontato tutte le accuse che gli sono state rivolte in questi mesi: «Non è vero che non mi conoscevano, lo stesso Fred Kerley (l’americano medaglia d’argento, ndr) che ha dichiarato di non sapere chi fossi, a maggio aveva visto un video di una mia partenza che gli avevo mandato, siamo amici sui social, e sa cosa mi ha scritto? “Se parti così fa 9”80“. Esattamente il tempo che ho fatto nella finale di Tokyo».
Jacobs: «Sapevano bene chi fossi»
E ancora: «De Grasse l’avevo battuto a Montecarlo, agli Europei indoor nei 60 ho stabilito il miglior tempo mondiale dell’anno. Sono tutte bugie, quindi, sapevano bene chi fossi. Stanno solo rosicando, gli dà fastidio che non abbia vinto un loro atleta». Se fosse stato americano lo avrebbero accusato? «Assolutamente no», ha replicato. «C’è sangue americano che scorre nel mio corpo ma io sono cresciuto solo in Italia, l’Italia è quella che avrei scelto sin dall’inizio. Negli Stati Uniti non so se andrei mai ad abitare», ha dichiarato. Jacobs racconta di girare tranquillamente per le strade di Roma, senza problemi quando viene fermato per una foto o un complimento. Poi va allo stadio Paolo Rosi di Roma, dove si allena e consola i bambini che sbagliano una gara. «Cerco di spronare i più giovani ad avere un obiettivo ricordandogli che non ti regala niente nessuno e saranno più le volte che va male che bene». Jacobs poi parla della sua famiglia, della madre che «è stata la prima a credere in me, quella che mi spronava a continuare nonostante le difficoltà», e dei suoi figli. «Tornare bambini fa bene, coi miei figli a casa riesco a trasformarmi. Facciamo mille giochi, quello che mi fa essere veramente felice, mi aiuta a essere più spensierato», ha spiegato. E alla fine dell’intervista il campione ha confessato anche le sue paure più grandi: «I ragni non li possono nemmeno vedere, gli aerei li devo prendere. Cerco di non guardare fuori dal finestrino».
Foto in copertina di repertorio
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