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Covid, la corsa dei contagi. Sileri: «Rischiamo 100 mila casi al giorno». Figliuolo: «Valutiamo nuove regole per la quarantena»

27 Dicembre 2021 - 14:35 Redazione
Tutte le regioni hanno un indice superiore a 1, comprese quelle in zona bianca. Battiston: «A Natale il 45% dei casi era positivo a Omicron»

Quasi metà degli italiani positivi a Natale era infettata dalla variante Omicron. Lo indicano i calcoli del fisico Roberto Battiston dell’Università di Trento, nonché coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Secondo quanto rilevato, i cadi di Omicron in Italia erano pari a circa il 45% del totale dei circa 54.762 casi registrati: i dati sono relativi al giorno di Natale e al giorno precedente. «Dal 10 gennaio si torna in presenza a scuola – ha rassicurato Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute -. È verosimile che nei prossimi giorni si arrivi a 100 mila contagi al giorno, ma se non tutti vanno in ospedale, per la scuola non vedo un grande problema», ha detto a Sky Tg24. «Non appena avremo dati più conclusivi su Omicron, anche le regole sulla quarantena dei bambini, degli alunni, degli studenti si potranno rivedere. Potrebbe essere anche tra 7-10 giorni, con l’anno nuovo, probabilmente prima della riapertura della scuola – ha aggiunto Sileri -. Ma bisognerà vedere quanto questa variante del virus sia più o meno aggressiva – ha concluso -. La riduzione della quarantena si deve basare su dati scientifici precisi, aspettiamo il Cts. Dobbiamo valutare molto bene i dati».

Bianchi conferma il ritorno a scuola in presenza

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sempre ai microfoni di Sky Tg24, ha confermato quanto anticipato da Sileri: «Abbiamo assunto la responsabilità di tornare in presenza, questa è la chiave di volta di questo governo – e dopo le vacanze – si torna in presenza. Ci vuole la responsabilità di tutti, ma questo è il nostro obiettivo e questo faremo». Il titolare del dicastero dell’Istruzione, tuttavia, ha ricordato che i sindaci e i presidenti di regione, «laddove ci sono condizioni straordinarie, con focolai isolati, possono disporre chiusure isolate, non diffuse, e allo scopo di verificare lo stato in quel cluster. Ma la nostra indicazione è che si torna in presenza». Bianchi ha definito la scuola «il posto più controllato, su cui abbiamo la massima attenzione – sottolineando che – prima della chiusura festiva avevamo un numero di bambini positivi molto controllato, 0,5% su un totale di 8 milioni». Con i contatti esterni all’ambiente scolastico che, inevitabilmente, sono aumentati durante le festività, il ministro ha considerato il rischio di un incremento dei contagi anche tra gli studenti. «Per tre settimane i nostri bambini e i ragazzi sono fuori dalle scuole, per questo abbiamo investito insieme con il generale Figliuolo per potenziare il tracciamento ed essere sicuri al ritorno». Sono allo studio programmi specifici di tracciamento per gli alunni. Bianchi, poi, ha concluso con un appello ai genitori di vaccinarsi «e vaccinare i bambini. Il personale delle scuola è vaccinato al 95%, più coloro che sono guariti dal Covid: i ragazzi tra i 16 e i 19 anni vaccinati sono oltre l’86%, tra i 12 e i 15 anni il 75%. Ora tutta la nostra attenzione è riversata sui bambini più piccoli».

Figliuolo: «Preoccupato dai 5 milioni e 750mila italiani non vaccinati»

Intanto, dato l’elevato numero di contagi, il generale Francesco Paolo Figliuolo ha dichiarato che è in corso «una riflessione sul numero di persone in quarantena» con il ministro Roberto Speranza. «Adesso le quarantene sono diverse per i vaccinati e i non vaccinati», ha detto il commissario, «ma si sta studiando cosa mettere in campo». Dopo aver visitato l’hub vaccinale allestito nella caserma degli Alpini Vian di Cuneo, Figliuolo ha espresso preoccupazione per «quei 5 milioni e 750 mila italiani che non hanno avuto alcuna dose. Potrebbero dare una mano ad arginare il virus e la variante Omicron, molto più contagiosa rispetto alla Delta».

Il raddoppio dei contagi

In Italia i contagi raddoppiano ogni 13-14 giorni circa. È la nuova valutazione degli esperti, che hanno rilevato come nell’arco di tre settimane il tempo di raddoppio dei casi Covid-19 si sia praticamente dimezzato rispetto ai 30 giorni di prima. I siti CoviStat e CovidTrends, entrambi gestiti da fisici ed epidemiologi, hanno indicato che i casi di infezione Covid raddoppiano ogni 14 giorni con andamento esponenziale, mentre crescono in modo lineare i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Per quanto riguarda l’indice del contagio, il Covindex – l’indice analogo all’Rt elaborato dall’Istituto Superiore di Sanità, ma aggiornato di circa due settimane – è rilevato all’1,32 il 26 dicembre a livello nazionale, e superiore a 1 in tutte le regioni, ad eccezione della provincia autonoma di Trento e Bolzano, dove è pari a 0.86. Molte regioni, inoltre, si trovano con un indice di contagio superiore alla media nazionale, nonostante siano ancora in zona bianca. Ad esempio il Molise, con 2,02, l’Umbria con 1.76, la Toscana con 1,66, la Lombardia con 1,59 e la Puglia con 1,39.

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