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Walter Ricciardi: «A gennaio 100 mila contagi al giorno. Presto il lockdown per i No vax»

27 Dicembre 2021 - 07:43 Redazione
Walter Ricciardi
Walter Ricciardi
Il consulente di Speranza: presto zone rosse e arancioni, ma niente chiusura delle scuole

Il professor Walter Ricciardi pronostica 100 mila contagi al giorno a gennaio per la variante Omicron. E in un’intervista al Messaggero oggi annuncia anche il lockdown per i No vax. «L’impennata dei casi è impetuosa ma grazie al vaccino preme poco sulla rete ospedaliera rispetto al passato. A gennaio andremo oltre i 100 mila contagi al giorno. Non credo tornerà il lockdown totale però: le regioni diventeranno arancioni e rosse, con le limitazioni che conosciamo. Ci saranno restrizioni solo per i No vax, perché a pesare sui sistemi sanitari saranno loro», dice Ricciardi. Che è contrario alla chiusura delle scuole: «Il governo non vuole farlo. Si punterà a un salto di qualità nella gestione delle classi. Oltre a testare e tracciare gli studenti in caso di contatto, per cui ora è in campo il commissario Figliuolo, va migliorata la gestione dell’ambiente. Assieme a mascherine e distanze serve un monitoraggio costante dell’aria con indicatori dell’anidride carbonica che permettano un corretto ricambio d’aria. Se apri le finestre nel momento sbagliato non serve a nulla, se lo fai sempre fai ammalare i ragazzi». Anche l’Oms nei giorni scorsi ha detto che per battere il Coronavirus è necessaria la ventilazione. Ricciardi fa anche sapere di aver avuto personalmente a che fare con un No vax: «La mia domestica. L’ho convinta un po’ con il dialogo e un po’ con la persuasione del Green pass. Lei ora è felice e farà la terza dose con serenità. È la prova che in molti possono essere convinti, è un impegno da portare avanti». Infine, un pronostico sulla fine della pandemia: «Dipende cosa intendiamo: se intendiamo eradicarlo no. Finora ci siamo riusciti solo una volta, con il vaiolo. E in parte con la poliomelite, che persiste solo in Nigeria e Afghanistan. Con gli altri virus bisogna convivere. Ciò però non vuol dire abituarsi a 100 morti al giorno o 50 mila casi, ma a normalizzare precauzione e vaccini».

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