Russia, lo storico e attivista Dmitriev è stato condannato a 15 anni di carcere – Il video
Lo storico russo Yuri Dmitriev, famoso per le sue scoperte sulle vittime dello stalinismo, è stato condannato dal tribunale di Petrozavodsk a 15 anni di carcere. Le accuse sono di pedopornografia e possesso di parti di arma da fuoco. Dmitriev, premio Sacharov alla libertà 2021, aveva già affrontato due processi di questo tipo, respingendo sempre le accuse definendole «politiche». Sessantacinque anni, lo storico è presidente dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani Memorial, che rischia di essere chiusa a seguito di casi discussi in altre aule proprio in queste settimane. «Il processo è basato su accuse dalle quali Dmitriev era già stato assolto due volte», ha ricordato l’attuale presidente di Memorial, Andrea Gullotta.
December 27, 2021
Le accuse e i processi
Lo storico era stato arrestato per la prima volta nel 2016 con l’accusa di aver realizzato immagini pedopornografiche ritraenti sua figlia adottiva. Dmitriev si era difeso dicendo che le foto di nudo erano state scattate per documentare lo stato di malnutrizione della bambina in caso di problemi futuri con i servizi sociali. La bambina, aveva dichiarato lo storico, era sottopeso al momento dell’adozione. L’assoluzione è arrivata nel 2018, ma la Corte Suprema di Carelia ha ordinato un secondo processo, questa volta per violenza sessuale contro un minore. In quell’occasione, Dmitriev era stato condannato a 13 anni di reclusione. Riguardo l’accusa di possesso illegale di parti di armi da fuoco, Dmitriev era stato dichiarato colpevole nel 2018, salvo poi essere assolto nel nel 2020.
Il lavoro con Memorial
Il suo lavoro è stato interpretato spesso come «scomodo». La sua organizzazione lavora dagli anni Ottanta alla ricostruzione della storia delle vittime delle repressioni staliniane in Carelia, regione a Nordovest della Russia, dove ha trovato fosse comuni con i resti di oltre 7 mila vittime a Krasnyj Bor e nella foresta di Sandarmoch. Dmitriev si era impegnato per l’apertura di un memoriale dedicato ai morti scoperti, contribuendo anche alla scrittura di un libro con i nomi di oltre 6 mila persone uccise dalla polizia segreta di Stalin nella foresta di Sandarmoch. Nel 2020, il premio Nobel Svetlana Alexievich aveva fatto appello al Consiglio d’Europa dicendo: «Le autorità russe stanno cercando di riscrivere la storia di Sandarmokh, diffamando il suo scopritore e accusando senza fondamento Dmitriyev di un crimine oltraggioso».
Immagine di copertina: @MemorialMoscow su Twitter
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