Irpef, i veri numeri del taglio delle tasse: la riforma premia i dirigenti, meno soldi agli operai
368 euro in più in busta paga per i dirigenti all’anno, 266 per gli impiegati e 162 per gli operai. Dopo le simulazioni e i calcoli del governo, è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio a fornire i numeri sull’impatto del taglio dell’Irpef sugli stipendi degli italiani. E sulla riforma delle aliquote voluta dal governo Draghi. Lo studio dell’Upb ha il pregio di calcolare l’impatto sui contribuenti reali. Ovvero è stato effettuato in base alle caratteristiche della popolazione e delle famiglie oltre che sui redditi attualmente percepiti. E certifica che la riforma fiscale del 2022 porterà a una riduzione media del prelievo per 27,8 milioni di contribuenti pari a 264 euro l’anno. Ma sarà maggiore per i redditi medio alti (quelli tra 42 e 54 mila euro) che risparmieranno in totale 765 euro.
264 euro l’anno in busta paga
La riduzione degli scaglioni da 5 a 4, il taglio delle aliquote centrali di cinque punti e la revisione delle detrazioni con incorporazione del bonus 100 euro porterà all’eliminazione del picco di aliquota marginale al 60% per i redditi tra 35 e 40 mila euro. Mentre il 34% della popolazione non avrà vantaggi né svantaggi. E qualcuno troverà un incremento d’imposta nonostante la clausola di salvaguardia per i redditi bassi: 372 mila persone perderanno 188 euro l’anno. E questo perché mentre sul reddito imponibile si calcolano le imposte, su quello complessivo si calcolano le detrazioni. E quindi se un contribuente ha solo redditi da lavoro o da pensione, guadagnerà. Ma se sono presenti altri redditi come quelli derivati da cedolare secca il saldo potrà essere negativo. Lo studio dell’Upb ha il pregio di analizzare l’impatto della riforma anche guardando non ai singoli contribuenti ma al nucleo familiare. E chiarisce che il 20% delle famiglie più povere è sostanzialmente escluso dai benefici per effetto dell’incapienza fiscale. E quindi il 50% dei nuclei in condizione economica meno favorevole «beneficia di circa un quarto delle risorse complessive (circa 1,9 miliardi), mentre il 10% più ricco beneficia di più di un quinto delle risorse (1,6 miliardi)». Un quarto delle famiglie in condizione economica meno favorevole è di fatto escluso dall’ambito di applicazione dell’Irpef a causa dell’elevato livello dei redditi minimi imponibili e quindi non è coinvolto dalla revisione dell’Irpef.
I calcoli di Upb
Secondo i calcoli quindi il ridisegno delle aliquote e degli scaglioni assorbe il 79% delle risorse distribuite (5,8 miliardi) mentre il miliardo e mezzo che resta è egualmente ripartito tra il ridisegno delle detrazioni per il lavoro dipendente e quello delle detrazioni per pensionati e autonomi. E così, a fronte di una riduzione media di imposta per i soggetti che hanno un vantaggio di 264 euro, per circa la metà di essi il beneficio è inferiore a 185 euro, mentre un contribuente su 8 (il 12,5 per cento) beneficia per più di 500 euro. Mentre per contribuenti con reddito inferiore ai 12.000 euro il beneficio medio si riduce sensibilmente per effetto dell’incapienza fiscale. Le prime due classi do reddito, dove si concentra circa il 36,9% dei contribuenti, beneficiano di circa il 6,7% delle risorse complessive (circa 500 milioni).
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