Fiore torna a chiedere i domiciliari. Il legale: «Un positivo in cella con lui, è un attentato alla sua vita»
La richiesta di arresti domiciliari per Giuliano Castellino, Roberto Fiore e Salvatore Lubrano – in carcere per l’inchiesta relativa all’assalto alla Cgil – è stata respinta il 25 dicembre. Tre giorni dopo, l’avvocato Nicola Trisciuoglio, che difende il leader di Forza Nuova Fiore, è tornato a chiedere la revoca della custodia in carcere. Questa volta per motivi di salute. «Un uomo detenuto nella cella del carcere di Poggioreale, dove è recluso Roberto Fiore, è risultato positivo al Coronavirus. Il che, considerate le patologie del presidente di Forza Nuova già compiutamente certificate nella relazione medica della professoressa Carmela Rescigno (si parla di ipertensione arteriosa resistente a terapia farmacologica e obesità, ndr) e ignorate totalmente dalla procura e dal gip del tribunale di Roma, significa un attentato alla sua vita».
All’Adnkronos, il legale annuncia che «nel superiore interesse della tutela della salute di Fiore e, quindi, a tutela della sua vita domani presenterò nuova istanza al gip per la concessione dei domiciliari. Adesso il segretario di Forza Nuova rischia la morte». Trisciuoglio dice di aver avvertito il garante dei detenuti del Comune di Napoli e l’omologo della Regione Campania. «Unitamente alla professoressa Carmela Rescigno chiederemo un incontro ad horas con il Direttore Sanitario della struttura carceraria – aggiunge il legale -. In queste condizioni non è monitorabile il paziente all’interno del carcere per le sue gravi patologie su cui va a incidere l’eventualità concreta del contagio. Ognuno deve in questo momento assumersi le proprie responsabilità, anche quella di tramutare una misura custodiale massima in una condanna a morte. La permanenza di Fiore all’interno della struttura circondariale di Poggioreale – incalza Trisciuoglio – è un attentato alla vita».
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