Nervi tesi nel M5s, fuoco amico da Spadafora contro Conte sul Quirinale: «Per colpa sua rischiamo di scendere sotto il 10%»
«Rischiamo di scendere sotto il 10% se non torniamo ad una azione politica incisiva». Vincenzo Spadafora, ex ministro del Movimento 5 Stelle del governo Conte I, è molto critico nei confronti dell’operato del leader del partito, Giuseppe Conte. «Penso che le sue prime scelte, come accedere al finanziamento pubblico, riabilitare la figura di Berlusconi, astenerci al Senato su Renzi e Cesaro, rimettere in discussione i due importanti referendum su eutanasia e cannabis, abbiano disorientato non poco il nostro elettorato», attacca in un’intervista al Corriere della Sera. Secondo i retroscena di questi giorni, il presidente del MoVimento 5 Stelle starebbe preparando un appello ai partiti per portare una donna al Quirinale. «Da che io ricordi prima dell’elezione del capo dello Stato è sempre un grande classico», chiosa Spadafora. «Sarebbe certamente una bella novità, ci sono alcune personalità che per esperienza, cultura politica ed istituzionale sarebbero perfette per un ruolo così delicato e importante. In alcuni articoli, però, ho letto anche nomi che non credo siano votabili per il Movimento».
Nel frattempo la situazione interna al movimento grillino continua a essere fatta di malumori e divisioni. Che «nascono quando il gruppo parlamentare scopre una rosa di nomi ipotizzata dal proprio leader leggendo i giornali, non perché donne», spiega ancora l’ex ministro. «So che Conte intende riunirci a gennaio e credo sia utile rinviare ad allora ogni altra considerazione sul metodo e sulle eventuali persone da proporre». Prima delle feste l’ex premier ha cominciato un confronto comune anche con il leader del Pd, Enrico Letta, e con il ministro Roberto Speranza per Mdp – Articolo 1. Ma per il momento il processo non sembra evolversi. «Credo che sia doveroso per noi iniziare il confronto sul Colle con coloro che giocano nel nostro stesso campo e con i quali in futuro, come ha detto il presidente Conte, formeremo il campo progressista», commenta Spadafora. Conte «deve riuscire a tenere uniti i gruppi parlamentari, che devono essere coinvolti in un ragionamento politico condiviso e non a cose fatte. Sono certo che il nostro gruppo parlamentare, per esempio, ribadirà con nettezza l’importanza che Draghi resti presidente del Consiglio. Anche perché, come prima forza politica parlamentare, dobbiamo giocare un ruolo da protagonisti e non subire scelte altrui».
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