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Non è finita: il governo Draghi verso la nuova stretta. Da gennaio al lavoro solo se vaccinati

green pass lavoro governo draghi
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Il Super Green pass sul lavoro pronto al varo nel Cdm convocato per il 5. Intanto però il premier pensa anche all'obbligo vaccinale per tutti gli italiani

Da gennaio al lavoro solo se vaccinati o guariti da Covid-19. Il governo Draghi pensa a una nuova stretta che prevede il Super Green pass per lavorare e il 5 gennaio è convocato un consiglio dei ministri per vararla. E in quella sede si discuterà anche della misura-limite proposta da tanti esperti ma finora nemmeno ipotizzata dall’esecutivo: l’obbligo vaccinale per tutti gli italiani. E così, mentre dal 10 gennaio il Green pass rafforzato sarà obbligatorio per trasporti e ristoranti e cambiano le regole della quarantena, Draghi pensa a un ulteriore passo avanti. Che ieri è saltato soltanto per l’opposizione della Lega in CdM.

Il CdM del 5 gennaio

Un retroscena di Repubblica racconta che l’idea di imporre l’obbligo di Super Green pass sul lavoro era stata sponsorizzata dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. Ma aveva ricevuto anche l’ok della Conferenza delle Regioni guidata dal leghista Massimiliano Fedriga. Ma è stato un altro leghista, ovvero il capodelegazione del Carroccio al governo e ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti a dire no. O meglio: a dire che prima di rendere obbligatoria la Certificazione Verde Covid-19 sul lavoro bisogna prima predisporre un elenco di categorie da rendere esenti per motivi medici e un fondo per indennizzare chi subisce gravi conseguenze dalla vaccinazione. Anche il M5s è perplesso sulla misura. Sul tavolo di Mario Draghi sono arrivati alcuni tentativi di mediazione. Come quello di rendere obbligatorio il Super Green pass soltanto per alcune categorie di lavoratori. Come quelli della Pubblica Amministrazione. O quelli a contatto con il pubblico (commesse, cameriere, baristi, etc). In questo caso l’estensione del 2G (vaccinati e guariti) sarebbe arrivata nel nuovo decreto licenziato ieri. Ma alla fine non è passata nemmeno la versione soft del provvedimento. Chiesta nei giorni scorsi anche da Confindustria.

L’obbligo vaccinale

Ma, racconta oggi La Stampa, per gennaio sul tavolo c’è anche l’ipotesi dell’obbligo vaccinale per tutti gli italiani. Il quotidiano fa un passo avanti e racconta che è lo stesso Draghi ad essersi convinto della necessità dell’obbligo. Perché il Green pass rafforzato esteso a tutti i lavoratori interesserebbe 23 milioni di italiani e con questi numeri sarebbe politicamente più rassicurante un obbligo vero rispetto a uno camuffato. Di qui la svolta rigorista che avrebbe convinto anche la Lega e il M5s. Altrimenti, è il ragionamento del premier, il picco di contagi porterà a occupare molti posti di ospedale. A chi? Ai non vaccinati. L’obbligo avrebbe un altro vantaggio non indifferente: spazzerebbe via in un colpo solo la giungla di regole diversificate che in questi mesi è finita nella vita degli italiani.

Intanto proprio nel giorno del nuovo decreto Covid è Enrico Letta a esporsi. In un’intervista a Repubblica il segretario del Partito Democratico si schiera per l’obbligo vaccinale. «Sono convinto che l’obbligo aumenterebbe molto i numeri. Tanti non si sono vaccinati non per volontà ideologica ma perché, nel dubbio, di fronte all’assenza di obbligo hanno preferito non farlo. Aggiungo che l’obbligo darebbe sprint alle terze dosi su cui c’è stato un po’ di lassismo, non ho visto la stessa corsa che c’è stata sulle prime due», dice Letta. Per il segretario Pd l’obbligo non porterebbe a problemi di natura sociale: «Al contrario, la frattura sarebbe acuita dalla strada del lockdown per i non vaccinati. Lo Stato si deve caricare della responsabilità di questa scelta davanti ai cittadini».

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