La spinta dei contagi record sui cambi di colore, il pre-report: Piemonte in giallo da lunedì. In quali Regioni scatta l’arancione
A supportare le previsioni di un inizio 2022 in zona gialla e zona arancione arriva il nuovo pre-report settimanale del Ministero Salute e Istituto Superiore di Sanità. Secondo i dati preliminari, dal 3 gennaio prossimo la Regione Piemonte sarà uno dei territori che con più probabilità passerà dalla zona bianca alla zona gialla di rischio. «Un passaggio frutto della crescita del contagio che si sta registrando a livello globale» ha commentato il governatore Alberto Cirio e l’assessore alla salute Luigi Icardi, «ma che testimonia anche come i numeri delle ospedalizzazioni in Piemonte siano ancora contenuti e, anche questo, è merito dei vaccini. Ora più che mai ci appelliamo a chi ha ancora dei dubbi, perché il vaccino è la nostra unica arma per salvare la vita e le nostre comunità». I dati del pre-report registrano un cambiamento non di poco conto per la regione, che lascia la zona bianca dopo ben 28 settimane.
«Nella settimana del 20-26 dicembre l’Rt calcolato sulla data di inizio sintomi passa da 1.31 a 1.35 e la percentuale di positività dei tamponi sale all’8%», si legge nel testo. L’incidenza registrata è di 1.020,73 casi ogni 100 mila abitanti, mentre la soglia dei ricoveri è superata sia per le intensive, 16,2%, che per i reparti ordinari al 20,2%. «Mancano poche ore alla fine dell’anno e, proprio in un momento in cui desideriamo tutti ritrovarci e stare insieme, non devono calare la prudenza e l’attenzione», ha continuato il presidente Cirio. E aggiunge: «Il Governo ha introdotto misure che riteniamo di buonsenso, perché avevamo chiesto che non fossero le persone vaccinate a pagare eventuali nuove restrizioni e così è stato. Ma ognuno di noi deve continuare a fare la propria parte per non mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella dei propri cari. Prendetevi cura di voi», ha concluso.
Incidenza alle stelle in Abruzzo
Alla luce dei dati preliminari riportati dal ministero della Salute e Iss, l’Abruzzo appare in peggioramento soprattutto in termini di incidenza, rischiando così di finire in zona gialla. Dai 337 casi per 100 mila abitanti della settimana scorsa, si è passati ai 532 positivi ogni 100 mila. Numeri ben oltre la soglia massima dei 50 casi stabilita dal governo e un record assoluto per la regione da inizio emergenza sanitaria. «La variazione percentuale dei nuovi casi nell’ultima settimana, rispetto ai sette giorni precedenti, è pari al +131%», spiega il pre-report. «Per quanto riguarda i ricoveri, il tasso di occupazione dei posti letto scende al 12% (-1%) per le terapie intensive e resta al 13% per l’area non critica». Secondo quanto riportato dai dati, il Pescarese appare l’area della regione dai numeri più alti in assoluto: l’incidenza settimanale qui sale a 577, quando una settimana fa era di poco superiore a 200. A Pescara l’incidenza sale a 621: in città oltre sette persone su mille sono risultate positive negli ultimi sette giorni.
Minaccia arancione
Al momento sono 7 le regioni in zona gialla ma il numero è destinato a salire già da lunedì 3 gennaio con un forte rischio segnalato per Lombardia e Lazio. In bilico tra zona bianca e zona gialla altri quattro territori: Piemonte, Emilia Romagna, Umbria e Sicilia. La regione di Nello Musumeci ha già diversi comuni in arancione: il provvedimento firmato ieri sera dal presidente entrerà in vigore domani venerdì 31 dicembre fino a mercoledì 12 gennaio e porterà alla fascia maggiore di rischio le zone di Caronia e Santa Lucia del Mela, nel Messinese, e il Comune di Ribera, nell’Agrigentino. Le misure restrittive anti Covid da fascia arancione sono attualmente in vigore anche in altri otto Comuni della Sicilia: fino al 5 gennaio a Gravina di Catania, Marianopoli (Caltanissetta), Terme Vigliatore e Scaletta Zanclea (Messina) e fino a domani, 31 dicembre, a Butera (Caltanissetta), Fiumedinisi, Milazzo e San Filippo del Mela (Messina).
Le intere regioni che invece rischiano l’arancione sono Liguria, Marche e per il prossimo 10 gennaio, anche il Veneto. Il Pre-Report indica particolare attenzione anche per Calabria e Provincia di Trento. «Siamo in un contesto di guerra rispetto allo screening: il contact tracing sta saltando», ha detto poche ore fa il presidente veneto Luca Zaia, «abbiamo un indice Rt basso, ma con questi numeri in area medica significa che ci giochiamo 11 punti: se il 10 gennaio arriviamo al 30% entriamo in arancione».
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