Calissano, accertamenti sul cellulare. L’ex fidanzata: «Non si è suicidato, voleva riscattarsi»
A trovare il corpo di Paolo Calissano è stata l’ex fidanzata, Fabiola Palese, entrando nel suo appartamento di Roma giovedì scorso intorno alle 20.30. Non riusciva a contattarlo, lui non rispondeva più al telefono. L’attore, 54 anni, è stato trovato morto il 31 dicembre. In casa sono state rinvenute diverse pillole di psicofarmaci: la pista più accreditata è che Calissano sia deceduto per overdose ma la procura vuole vederci chiaro. È stata aperta un’indagine per omicidio colposo, saranno svolte l’autopsia e una serie di accertamenti per ricostruire le ultime ore di vita dell’attore – che soffriva di depressione – analizzando anche il suo cellulare. Secondo Fabiola Palese (legata all’attore fino al 2019), che ha chiamato subito il 112 e che è stata già sentita dagli inquirenti, «la serratura non aveva le mandate inserite». A chi sostiene che Calissano fosse morto da almeno 48 ore, lei replica: «Non è vero. Ci avevo parlato il giorno precedente nel primo pomeriggio e la sera di mercoledì, alle 20.18, Paolo ha effettuato il suo ultimo accesso su Whatsapp».
«La droga? Non c’entra, sono sicura»
A Il Messaggero Fabiola Palese spiega di non credere al fatto che il suo ex compagno si sia suicidato: «Io non credo assolutamente al suicidio. Non era da lui. Ne ha vissute tante e tante ne abbiamo superate insieme e si è sempre rialzato. Piuttosto credo che non abbia retto a tutti i farmaci che prendeva per via della sua depressione. In queste ultime settimane era andato molto giù e le feste di Natale lo angosciavano amplificando il suo sentirsi solo. Io penso che abbia fatto un qualche pasticcio nell’assumerli, un bombardamento di psicofarmaci, ma non con l’intenzione di togliersi la vita». Esclude, tra l’altro, che possa aver assunto sostanze stupefacenti: «La droga? No, per come lo conoscevo io e per il profondo legame che avevamo ancora, lo escludo. Però, ovviamente, non vivevo più nella sua stessa casa. Sono convinta, tuttavia, che i carabinieri chiariranno che non c’entra nulla».
La carriera «stroncata»
Palese dice che Calissano «non usciva quasi più, si era lasciato andare» e che in casa sua al massimo entravano lei e il domestico (la donna aveva ancora le chiavi dell’appartamento del suo ex compagno, ndr). A segnarlo sono stati, oltre alla «perdita del papà e della mamma», anche i «trascorsi giudiziari che avevano stroncato la sua carriera. Episodi che potevano capitare a chiunque e che, però, vista la sua notorietà, lo hanno trasformato in un mostro. Gli avevano attaccato un’etichetta addosso. Il mondo dello spettacolo gli aveva voltato le spalle, ma lui voleva una chance di riscatto che nessuno gli ha concesso […] Gli hanno chiuso tutte le porte in faccia. Sono sicura che se avesse avuto un’opportunità si sarebbe ripreso». Nonostante questo, «continuavano a offrirgli particine o a chiamarlo solo per interviste in cui piangersi addosso. Ma si rifiutava perché aveva grande dignità». I due avrebbero dovuto trascorrere il Capodanno insieme, così come già fatto per il Natale. Giovedì scorso, quando è stata fatta la tragica scoperta, lo stavano attendendo gli anziani zii a Roma, «anche loro preoccupati». «Il telefono risultava spento e anche a quello di casa non rispondeva, così mi sono decisa ad andare da lui e a entrare, ma solo dopo avere bussato», ha concluso Fabiola Palese.
Foto in copertina di repertorio